ALBERTO BIGNAMI
Cronaca

Pompe funebri, guerra per il monopolio Auto a fuoco e minacce: 9 indagati

Per svilire la concorrenza, una cooperativa avrebbe ideato danneggiamenti alla ditta ‘avversaria’. L’inchiesta è partita dal taglio di pneumatici ad alcuni mezzi, poi sono seguiti furti, violenze e incendi

di Alberto Bignami

Sono 9 gli avvisi di garanzia emessi dal Pm Ruggiero Dicuonzo a seguito della chiusura delle indagini portate avanti dai poliziotti della Squadra Mobile, diretti da Carlo Pinto, denominata ‘Undertaker’ e riguardanti i reati di concorrenza con minaccia e violenza, danneggiamento aggravato su autoveicoli, furto e incendio di veicoli, indebito utilizzo di carte di pagamento nonché favoreggiamento personale a carico di uno degli indagati. Il tutto, nell’ambito dei servizi funebri. Indagini concluse dopo quasi 4 anni di lavoro e avviate nel novembre 2018, a seguito del primo di tre atti intimidatori, replicatisi poi a febbraio e aprile 2019 quando, di notte, alcuni ignoti avevano graffiato la carrozzeria e tagliato gli pneumatici di tre autoveicoli, due auto e un furgone Qubo, da lavoro, lasciati in sosta lungo la strada nel quartiere delle Grazie. Mezzi di cui uno risultava essere di proprietà di una cooperativa che operava nel settore dei servizi funebri, mentre gli altri due erano rispettivamente dell’amministratore della cooperativa e di sua moglie.

Trascorre nemmeno un mese ed ecco che a maggio il Qubo viene rubato, sempre di notte, e portato fino ai cancelli del polo universitario di Monte Dago dove viene bruciato. Il rogo, che danneggia anche alcune vetture vicine, lo distrugge completamente ma è qui che gli indagati fanno il passo falso, rubando infatti la carta di credito che era nel veicolo, e di proprietà dell’amministratore della cooperativa. La carta viene poi utilizzata dalle persone che avevano bruciato il mezzo, nel percorso fatto per rientrare a casa. Effettuati più prelievi, le telecamere dell’istituto bancario li hanno ripresi e i frames, visualizzati e studiati dai poliziotti, hanno permesso di inchiodarli e di ricostruire tutte le fila.

Gli investigatori hanno così iniziato ad avere un quadro più chiaro e capire cosa stava accadendo: a innescare la loro furia erano motivi legati alla concorrenza finalizzata ad avere il monopolio dei servizi funebri condivisi con l’altra cooperativa. Le due cooperative inizialmente erano infatti una e, dalla principale, ne nacque una seconda a sé, formata da alcuni ex soci tra i 25 e i 50 anni che volevano però avere l’intera fetta. I 9 indagati, oltre all’avviso di garanzia, hanno ricevuto anche l’avviso di conclusione delle indagini. Gli atti intimidatori, i danneggiamenti e tutto il resto erano nati a seguito del fatto che la cooperativa storica, continuava infatti ad aver maggior lavoro rispetto a quella nata successivamente e formata da coloro che si erano staccati e che, ovviamente, non avevano l’esperienza né i contatti di coloro che ormai erano inseriti nel settore da più tempo. L’attività investigativa della polizia ha quindi permesso di ricostruire ogni tassello del puzzle, grazie a una serie di presidi tecnici, pedinamenti, appostamenti e altro, che ha poi permesso di individuare le 9 persone, tutte anconetane, di cui solo una originaria della Puglia ma residente comunque in città. I provvedimenti di informazione di garanzia e altrettanti avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati agli indagati dai poliziotti della Squadra Mobile dorica nelle ultime ore.