REDAZIONE ANCONA

Processo per il fallimento di Villa Serena: Gaetano Martini assolto dall’accusa di bilanci falsi

Per altri reati contestati dalla Procura è arrivata la prescrizione. Assolti anche gli altri imputati.

Processo per il fallimento di Villa Serena: Gaetano Martini assolto dall’accusa di bilanci falsi

Fallimento, datato 16 luglio 2015, della casa di cura Villa Serena salus spa, assolto l’ex presidente e membro del Cda Gaetano Martini e tutti gli imputati per intervenuta prescrizione e perché il fatto non costituisce reato. Si è conclusa ieri l’articolata vicenda giudiziaria scaturita dal fallimento. Venivano mosse al dottor Gaetano Martini (difeso dall’avvocato Riccardo Leonardi), consigliere di amministrazione e poi presidente e socio di maggioranza della clinica per quasi 11 anni (dal 2002 al 2013) e al ragionier Franco Sordoni (difeso dall’avvocato Luca D’Antoni), anch’egli consigliere e poi Ad dal 2002 al 2008, diverse condotte penalmente rilevanti. E cioè un’ipotesi complessa di bancarotta impropria societaria, assumendo la Procura che i bilanci della casa di cura dal 2003 al 2012 sarebbero risultati sistematicamente falsi, avendo gli imputati, in concorso con il collegio sindacale (giudicato separatamente con il rito abbreviato), appostato quali voci di credito i corrispettivi per prestazioni sanitarie effettivamente resi nei confronti della clientela, ma al di fuori dei limiti economici previsti dalla convenzione con la Regione.

E ancora veniva contestato loro il ricorso abusivo al credito: avrebbero ottenuto da Banca Marche e da Mps Factoring, tra il 2005-2012 anticipi salvo buon fine sulle fatture emesse nei confronti dell’Asur per 22 milioni e 875mila euro. Infine contestata, stavolta solo al dottor Martini, la bancarotta da ritardo: il pm sosteneva che gli amministratori avrebbero dovuto procedere alla ricapitalizzazione della società o alla presentazione della domanda di autofallimento sin dal 31 dicembre 2007, e che il ritardo, aveva determinato un buco di oltre 7 milioni. "Gli imputati non hanno chiesto il rito abbreviato - spiega l’avvocato Leonardi - e dopo due anni di dibattimento il pm Marco Pucilli ha richiesto il proscioglimento degli imputati per ricorso abusivo al credito e per bancarotta da ritardo per intervenuta prescrizione, ma ha chiesto una condanna a tre anni e mezzo per l’accusa di bilanci falsificati. Il collegio, presidente Carlo Cimini, a latere Pizii e Marinangeli, accogliendo le istanze difensive ha, invece, assolto gli imputati anche per quest’ultima accusa, in parte per l’insussistenza del fatto e in parte perché il fatto non costituisce reato e prosciolto gli stessi per i residui reati contestati per intervenuta prescrizione".

Sara Ferreri