MARINA VERDENELLI
Cronaca

Pugnaloni: c’erano anomalie: "Sull’Imu solo un sollecito"

Un residente: volevano tassarmi la prima casa. La versione del sindaco: "Dati comunali e catastali non allineati, problema risolto in pochi minuti".

Pugnaloni: c’erano anomalie: "Sull’Imu solo un sollecito"

Pugnaloni: c’erano anomalie: "Sull’Imu solo un sollecito"

Caso Imu: il sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni, ieri ha voluto approfondire la segnalazione arrivata da un lettore del Carlino, che si è ritrovato una richiesta di pagamento di 200 euro non dovuta come imposta municipale per il possesso di fabbricati, perché la casa in cui abita è il suo unico immobile di proprietà e lì ha anche la residenza. Per il primo cittadino, non si è trattato di una cartella, ma di un sollecito, a cui però il cittadino è stato comunque invitato a rispondere. "Non risulta essere una cartella, né tantomeno una cartella pazza – dice Pugnaloni –. Il Comune di Osimo per prassi, quando riscontra un’anomalia, invia una semplice comunicazione, che noi definiamo sollecito, così che possa essere d’aiuto sia al contribuente che al Comune, per chiarire la situazione emersa. Cosi è andata nel caso descritto dalla stampa, nel quale l’utente, presentandosi in Comune, ha fatto scoprire agli uffici un disallineamento tra dati catastali e i dati in possesso del Comune per il tramite della coppia che vive ad Osimo. Riscontrato il disallienamento, tutto si è risolto in pochi minuti e la coppia non ha avuto nessun problema". L’avvenuto annullamento era stato specificato anche dal lettore stesso che, dimostrato agli uffici che abita ed è residente nella casa che volevano tassagli, si è visto azzerare il pagamento dei 200 euro. L’inghippo quindi sarebbe da attribuire al Catasto, che non aveva aggiornato i dati di proprietà del cittadino. "Inizialmente sono rimasto un attimo a pensare – aveva raccontato il 40enne al Carlino –, perché so che l’Imu sulla prima casa non è dovuta. Poi ho telefonato in Comune, all’ufficio preposto, chiedendo spiegazione su questa cartella da pagare, ma una voce femminile mi ha liquidato dicendomi: "questa è la legge". Ho provato a spiegare che non avevo una seconda casa intestata e che pertanto c’era stato un errore. Al telefono non ho risolto nulla. Ho deciso di affrontare la situazione di persona, recandomi nell’ufficio interessato". Il cittadino aveva voluto rendere pubblica la cosa, "perché altri non siano vittime di un pagamento non dovuto, che alla fine è simile a una truffa. Se succede a una persona poco esperta, a un anziano che magari non è aggiornato sulle cose, queste magari vanno a pagare ingiustamente. L’ufficio a cui mi sono rivolto non si è sorpreso dello sbaglio e ha commentato come se io non fossi stato il solo". Per il Comune però non ci sarebbero altri errori.