GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

Referendum, il quorum è lontano. Ancona è la provincia con più votanti

L’affluenza è la più alta nelle Marche ma si è fermata al 35% superando la media nazionale come in regione

L’affluenza è la più alta nelle Marche ma si è fermata al 35% superando la media nazionale come in regione

L’affluenza è la più alta nelle Marche ma si è fermata al 35% superando la media nazionale come in regione

È stata Ancona la provincia con la maggiore affluenza al referendum: 35,99 per cento. Più staccate le altre quattro province (Pesaro Urbino 32,48, Fermo 31,37 per cento, Ascoli Piceno 30,75 per cento e Macerata 30,01 per cento) delle Marche, dove l’affluenza generale ha raggiunto il 32,70, sopra la media nazionale del 30,58. Anche nei nostri territori, quindi, non è stato raggiunto il quorum. Nel capoluogo hanno votato il 36,99 per cento degli aventi diritto. Dati che migliorano a Jesi (40,97) e Senigallia (37,81). Davanti a Jesi, in provincia, soltanto Montecarotto con il 43,44. Affluenza più bassa a Filottrano, dove ha votato poco più di un cittadino su quattro (27,16 per cento). A seguire Ostra (28,55), Numana (29,25), Loreto (30,16) e Castelfidardo (30,77).

Nel merito dei quattro quesiti sul lavoro (reintegro licenziamenti illegittimi, licenziamenti e limite indennità, tutela contratti a termine e responsabilità infortuni sul lavoro) gli elettori si sono espressi in forma plebiscitaria, con i sì (per l’abrogazione) che hanno superato l’85 per cento. Meno ampia, invece, la forbice per il quesito sulla cittadinanza, con i sì che hanno invece superato il 64 per cento.

Non sono tardate ad arrivare, ieri, le reazioni dei leader politici marchigiani. Chantal Bomprezzi, segretaria regionale del Pd, ha sottolineato che "purtroppo l’esito del referendum non è stato quello che speravamo e non si è raggiunto il quorum. Dai numeri però emergono dati interessanti. Il primo è che in Italia 13 milioni di persone si sono espresse per il sì, e sono più di quelle che hanno votato l’attuale governo – dice –. Il secondo è marchigiano: siamo la quinta regione in Italia per affluenza al referendum con il 32,7 per cento, di cui circa 380mila voti per il sì nei primi quattro quesiti, più dei voti che ricevette Acquaroli nel 2020 e più di quanti ne ricevettero gli allora candidati di centrosinistra sommati insieme. Pertanto, è evidente che sia a livello nazionale che regionale la destra dovrebbe riflettere bene, che il centrosinistra parte da una base elettorale importante in vista delle elezioni di settembre e che la nostra idea di costruire un’alleanza ampia di centrosinistra potrà essere decisiva".

Commenti di tutt’altro tenore nel centrodestra. Come per l’assessore regionale di Fratelli d’Italia Francesco Baldelli: "Referendum al 30 per cento, ennesimo flop del fronte delle sinistre. Metterla sempre sul piano ideologico, usare ogni occasione per (tentare) di arringare le folle contro il Governo Meloni, dare ripetuti ‘avvisi di sfratto’ ad una filiera istituzionale solida e determinata, è la mossa della disperazione che solo il Pd, locale e nazionale, sa reiterare fino all’infinito". Per il deputato di Forza Italia Francesco Battistoni, "la sonora bocciatura dei referendum certifica ancora una volta come la sinistra sia lontana anni luce dalle vere necessità del Paese e dei cittadini. Sono stati spesi 400 milioni di euro degli italiani per una conta tutta interna alla sinistra e alla Cgil. Se i referendum volevano dare una spallata al Governo sono falliti, anzi hanno prodotto l’effetto opposto, lo hanno rafforzato".