
di Marina Verdenelli
Dopo la vetta più alta dell’Alaska, la vetta più alta del continente africano. E’ arrivato in Tanzania e insieme ad altri tre amici Renato Malatesta andrà alla conquista del Kilimangiaro, arrivando fino alla punta, 5.895 metri di altezza.
Continua le sue avventure l’ex ferroviere anconetano, di cui il Carlino, a maggio scorso, aveva raccontato l’impresa del Denali, la montagna più alta del nord America con i suoi oltre 6mila metri.
Giovedì scorso è partito di nuovo dall’Italia, carico di adrenalina per affrontare sei giorni di salita e uno di discesa. Insieme a lui altri tre escursionisti anconetani, Simone Lucesoli, Luca Sampaolesi e Andrea Zingaretti. Questa volta non ci saranno igloo da costruire per ripararsi dal freddo e vento gelido anche se le temperature potranno scendere fino a meno 20 gradi.
"Perché un’altra vetta così alta? Quando ho raggiunto il Denali – ha raccontato Malatesta prima di partire – ho avuto modo di pensare molto e il Kilimangiaro mi è rimasto nel cuore perché avevo provato a farlo già nel 2016.
Poi però agli ultimi 300 metri ho dovuto rinunciare per problemi di salute, mi aveva dato fastidio il vaccino anti malaria e sono dovuto tornare indietro. Il Kilimangiaro è una di quelle vette che segni di fare ma poi non è che ci puoi tornare il giorno stesso". Il viaggio è stato quindi riorganizzato con gli altri tre amici uno dei quali, Zingaretti, aveva tutta l’attrezzatura pronta per una vetta da fare in Perù nel 2018 ma un infortunio lo costrinse a non partire.
Per Lucesoli è un regalo dei 50 anni che la pandemia poi gli ha fatto rimandare. Il gruppo affronterà il percorso chiamato "Lemosho Route", uno dei meno battuti e con passaggi molto difficoltosi.
Per allenarsi hanno fatto uscite con vari dislivelli di percorrenza. Per raggiungere la vetta avranno uno staff al seguito per la logistica fatto da 15 persone ma loro dovranno portarsi uno zaino carico, giornaliero, di 15 chili tra attrezzatura e materiale utile. Solo loro quattro affronteranno l’ultima tappa che arriva alla fine della grande montagna. Mangeranno e dormiranno in tenda con cibo locale per lo più a base di carne, riso e verdure. La salita sarà per lo più rocciosa e nell’ultimo tratto potrebbero trovare la neve.