SILVIA SANTINI
Cronaca

Sciopero all’Ikea. I dipendenti in strada: "Costretti a straordinari per stipendi da fame"

Fischietti e bandiere all’ingresso del negozio della multinazionale "Il nostro contratto integrativo non è ancora stato firmato dal 2016". L’azienda: "L’obiettivo era migliorare ancora le condizioni economiche". .

Fischietti e bandiere all’ingresso del negozio della multinazionale "Il nostro contratto integrativo non è ancora stato firmato dal 2016". L’azienda: "L’obiettivo era migliorare ancora le condizioni economiche". .

Fischietti e bandiere all’ingresso del negozio della multinazionale "Il nostro contratto integrativo non è ancora stato firmato dal 2016". L’azienda: "L’obiettivo era migliorare ancora le condizioni economiche". .

Sono scesi in sciopero ieri mattina i dipendenti Ikea, armati di fischietti e bandiere fuori dall’ingresso del negozio della multinazionale svedese all’Aspio di Camerano. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno deciso di interrompere le trattative per il rinnovo del contratto integrativo aziendale. Tanta la delusione da parte dei lavoratori del colosso del mobile. Nicoletta Cossa, delegata Filcams Cgil, ha detto: "Siamo qui per protestare per questo contratto che non è ancora stato firmato dal 2016. Sono passati ormai otto anni. Molti dei nostri colleghi lavorano part time con turni di 20 ore settimanali e quindi per uno stipendio che non arriva nemmeno a mille euro al mese e sono costretti a fare straordinari in continuazione per poter andare avanti. Non possiamo non considerare anche il tema della disparità con i nuovi assunti per i quali le condizioni non sono affatto uguali alle nostre, con maggiorazioni domenicali e festive molto inferiori. Alla fine il lavoro di un neo assunto è esattamente come il nostro e non è possibile che ci sia questo doppio trattamento".

Marco Paialunga, segretario Fisascat Cisl Marche, ha aggiunto: "E’ la prima giornata di sciopero nazionale. Le trattative con Ikea si sono rotte sulla richiesta, da parte aziendale, dell’obbligatorietà del lavoro festivo e la creazione di differenziazioni tra nuovi e vecchi iscritti. Riteniamo che le tutele previste dal contratto integrativo devono essere estese anche ai neo assunti". Silvia Ottavianelli, funzionario provinciale Filcams Ancona, ha detto: "Il 14 febbraio a Roma si è rotta la trattativa. L’azienda si è resa indisponibile all’erogazione delle maggiorazioni per i nuovi dipendenti fino al raggiungimento dei 24 mesi, vuole la cancellazione della malattia statistica e una deroga peggiorativa del contratto nazionale di lavoro che prevede 4 mesi per il raggiungimento dei livelli. E’ inaccettabile da un’azienda con utili milionari. Auspichiamo che ci possa essere una ripresa della trattativa, un confronto responsabile al tavolo che permetta il raggiungimento del contratto".

L’azienda si dice rammaricata per l’interruzione della trattativa e dalla sua ribadisce: "Pur nel rispetto delle decisioni dei sindacati, siamo dispiaciuti dell’esito riscontrato perché l’impegno dell’azienda era volto a migliorare ulteriormente le condizioni economiche già riconosciute a tutti i co-worker dall’attuale Contratto integrativo con interventi sia sul versante del welfare che delle maggiorazioni, in Ikea già ampiamente migliorative rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. Ribadiamo di non aver proposto alcun peggioramento rispetto a quanto già riconosciuto dalle normativa e dal contratto".

si.sa.