
Giovedì 24 marzo 2022: data storica per il calcio italiano. L’Italia non si qualifica ai campionati mondiali per la seconda volta consecutiva, perdendo a Palermo con la Macedonia del Nord. Una vera e propria disfatta per i campioni in carica dell’Europeo di calcio. Tutti si pongono un’unica domanda: come abbiamo fatto a perdere contro una nazionale di quel calibro, ritenuta una delle squadre più scarse d’Europa? Ci sono tante cause che hanno portato a questo risultato, cause che gli addetti ai lavori devono individuare. Una delle quali è sicuramente molto conosciuta: il fatto che molti dei nostri giocatori non giocano e non si allenano insieme. Essi, quindi, hanno la possibilità di allenarsi solamente prima degli incontri tra le nazionali. Inoltre la nazionale italiana guidata da Roberto Mancini non ha saputo esprimere al meglio il proprio gioco: troppi tiri sbagliati e tante occasioni sprecate. Guardando la nostra rosa titolare spicca su tutti un dato: quello dell’età. Tanti, infatti, sono i giocatori che superano i trent’anni, un dato sicuramente negativo. La generazione convocata per la nazionale è relativamente vecchia. Per poter puntare a vincere di nuovo qualcosa bisogna far crescere delle generazioni molto forti. Sembra una missione impossibile, ma non lo è affatto. Nelle giovanili delle squadre italiane di calcio la maggior parte dei giocatori non sono italiani. Ciò significa che viene data poca possibilità di crescere ai nostri talenti, dando più spazio ed importanza ad altri giovani; questo aspetto del calcio italiano va assolutamente perfezionato. Per garantire la rinascita bisogna considerare un altro fattore: dopo la pandemia, le iscrizioni alle scuole di calcio sono diminuite tantissimo. Sicuramente molte famiglie hanno avuto, e tutt’ora hanno, molta paura di mandare i propri bimbi a praticare uno sport di contatto, in cui può avvenire il contagio, ma bisogna ripartire e trovare un modo per far sì che molti più bambini frequentino i campetti. Infine, negli anni, stanno diminuendo tantissimo il numero di ragazzini per annata. Sarà per il crollo demografico italiano di questo periodo, sarà per la pandemia, insomma, ci sono tante cause che stanno facendo preoccupare gli appassionati di calcio. C’è tanto da lavorare, ma una cosa è certa, si deve trovare il modo di ripartire al meglio, per vedere, un giorno, la nazionale italiana di nuovo sul tetto d’Europa e, chissà, del mondo.
Vittorio Stecconi 2C