Scuole superiori chiuse nelle Marche, l'ipotesi del ricorso al Tar

Il presidente del consiglio regionale è pronto a incontrare il Comitato, ma parte la battaglia legale. La fake news delle bombe carta

Scuola e proteste, alcune delle studentesse che ieri hanno manifestato a Senigallia

Scuola e proteste, alcune delle studentesse che ieri hanno manifestato a Senigallia

Ancona, 16 gennaio 2021 - Martedì il presidente del consiglio regionale Dino Latini incontrerà alcuni membri del Comitato Priorità alla Scuola. I delegati dovranno presentarsi con tampone negativo.

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Il 12 gennaio gli studenti avevano organizzato un sit-in davanti alla Regione Marche per chiedere la riapertura delle scuole. Per risolvere il problema, c’è chi ha già pensato ad un ricorso al Tar: infatti sono stati diversi i genitori che si sono rivolti a degli avvocati per capire come muoversi. In altre regioni i ricorsi al Tar per far riaprire le scuole tenute chiuse dalle ordinanze dei governatori sono stati vinti. "Gli studenti sono esasperati – spiega Valerio Cuccaroni, insegnante del Comitato Priorità alla Scuola – ormai si parla di danni alla salute per alcuni ragazzi. Inoltre è assurdo che i genitori, in un momento di difficoltà economica come questo, si trovino a dover sborsare denaro per ricorrere al Tar per fare rispettare un loro diritto, quello all’istruzione".  

Una revoca dell’ordinanza è questo quello che chiedono gli studenti che hanno manifestato prima davanti al Palazzo della Regione e ieri davanti all’ingresso delle scuole di Senigallia. Una revoca che potrebbe arrivare, almeno in parte, dopo l’incontro con Latini.  

Ad accendere i riflettori sugli studenti del liceo Medi di Senigallia ieri mattina, non è stata solo la manifestazione, ma anche una fake news costruita ad arte: uno screenshot che riportava l’immagine di un articolo pubblicato dalla testata locale ‘Vivere Senigallia’ dove si parlava di bombe carta lanciate contro il liceo Medi e di un laboratorio, dello stesso istituto, andato a fuoco.

"Abbiamo già provveduto ad informare le autorità competenti – spiega Giulia Mancinelli, direttore editoriale di Vivere Senigallia – si tratta di una immagine realizzata in formato jpg, modificata con vari copia-incolla e poi divulgata sui social. Con l’occasione invitiamo i lettori ad un’attenta lettura dei messaggi e delle notizie per non incappare in bufale. Non erano presenti link che riconducevano alla notizia, nelle nostre pubblicazioni arrivano sempre da canali e numeri ufficiali".  

Un’iniziativa che non ha nulla a che vedere con la battaglia che gli studenti stanno combattendo per tornare sui banchi: "Fino a qualche tempo fa nessuno avrebbe mai pensato che la volontà di tornare a scuola partisse proprio da noi giovani – spiega uno studente – alla manifestazione non erano presenti gli studenti delle quinte, perché ad alcuni di loro fa comodo dare l’esame quest’anno, perché si studia meno e per tanti la preparazione viene dopo, l’aspirazione è solo quella di arrivare a conseguire il diploma. Inoltre, ci sono anche professori favorevoli alla dad, così come alcuni genitori, che si tolgono il pensiero di dover portare a scuola i figli".  

Secondo il Comitato che spinge a far riaprire le scuole Superiori, "i danni della didattica a distanza, saranno visibili anche in futuro, a farne le spese potrebbero essere i tanti studenti che già dal prossimo autunno, si troveranno alle prese con un test d’ingresso obbligatorio per accedere ad alcune facoltà universitarie". "Che la dad non funziona ormai è evidente – conclude Cuccaroni – com’è evidente la volontà della maggior parte dei ragazzi di tornare sui banchi. Quello all’istruzione è un diritto fondamentale che deve essere garantito".