SILVIA SANTARELLI
Cronaca

Dieci anni dopo Senigallia ha ancora paura: "L’alluvione ci ha cambiato, così non si vive"

Bandiere a mezz’asta del Comune per non dimenticare il 3 maggio del 2014 quando tre persone persero la vita. Cinquemila case allagate

Un’immagine eloquente dell’alluvione che mise in ginocchio Senigallia dieci anni fa. Accanto la ex parlamentare Beatrice Brignone che ebbe la sventura di vedere allagata la sua abitazione

Un’immagine eloquente dell’alluvione che mise in ginocchio Senigallia dieci anni fa. Accanto la ex parlamentare Beatrice Brignone che ebbe la sventura di vedere allagata la sua abitazione

Senigallia (Ancona), 4 maggio 2024 – Sono passati dieci anni, ma in molte case, l’odore del fango c’è ancora. Ieri la città si è svegliata con le bandiere a mezz’asta per non dimenticare. Tre vittime, 179 milioni di euro di danni, 5mila abitazioni allagate e 1.500 famiglie che hanno perso tutto è il bilancio di quella tragica mattina in cui il Misa è esondato riempiendo di acqua e fango intere frazioni e quartieri della città. Dal Vallone all’ex piano regolatore, passando per le Saline fino al lungomare Marconi, ma con la caparbietà e l’impegno di alluvionati e gli angeli del fango, la spiaggia di velluto è riuscita a ripartire salvando la stagione turistica. Un ricordo ancora vivo, il rumore degli elicotteri dei soccorritori rimbomba ancora negli orecchi di quanto hanno atteso di essere salvati, mentre il livello dell’acqua continuava a salire.

“I ricordi di quel giorno sono indelebili, ricordo le ore perse a guardare sui social l’entità di un fenomeno che non conoscevamo e la velocità con cui ci siamo ritrovati sommersi. Ricordo la forza inarrestabile dell’acqua che si riappropriava dei propri spazi, la paura che non smettesse più di salire di livello, le auto che partivano come palline di un flipper impazzito. Ricordo l’odore di benzina, fortissimo. Ricordo il senso di incredulità e di di impotenza e il sollievo quando l’acqua ha iniziato a ritirarsi. Ricordo il peso del fango, la solidarietà di tanti e anche la felicità di essere vivi – spiega Beatrice Brignone - Chi non ha vissuto un’alluvione non può capire cosa significhi vedere la tua casa che diventa letto del fiume nel giro di pochi minuti, l’incapacità di realizzare cosa mettere in salvo, la consapevolezza che niente sarà più come prima. Quel trauma ti scava dentro e non ti lascerà più".

Il tempo è passato ma la paura rimane: "Dopo 10 anni vorrei dire che abbiamo capito la lezione, che abbiamo messo in sicurezza un Paese fragilissimo, che abbiamo radicalmente cambiato politiche di sviluppo, che abbiamo capito che alla natura dell’uomo non interessa e che la nostra sopravvivenza dipende da quello che facciamo oggi, con un ritardo forse ormai per tanti versi incolmabile. Invece continuiamo a piangere morti e devastazioni, a costruire in modo scellerato, a tamponare qua e là con interventi di cortissimo raggio, ad applaudire gli Angeli del fango, nella ricerca di un lieto fine che non c’è. Ma, come intitolava un bellissimo libro fotografico di Maria Loreta Pagnani, la paura rimane ogni volta che piove".

Una città divisa in due: quel maledetto tre maggio 2014 la zona nord della spiaggia di velluto non è stata interessata all’esondazione, che si è riversata nella zona sud risparmiando il centro storico. Ci sono famiglie che tra pochi mesi finiranno di pagare il mutuo acceso nel 2014 per rendere nuovamente vivibile la propria casa. "Non eravamo preparati per l’alluvione" dice all’Ansa Cinzia Galluzzi, residente nella zona Molino Marazzana, una delle maggiormente colpite. "Quella notte del 2014 era piovuto tanto e al mattino presto, quando non pioveva più, sono uscita: solo quando io ho chiesto informazioni, mi hanno detto cosa stava per succedere, consigliandomi di andare ai piani alti. Noi però - racconta Cinzia – abbiamo la casa a un piano solo. È stato il panico. Ora siamo in affitto in tre in un bilocale. Non credo che si possa vivere continuamente con l’ansia. Tutte le persone di questa zona non possono continuare a vivere così".

"Dieci anni fa la disastrosa alluvione che colpì Senigallia portando morte e distruzione. Un evento luttuoso che strappò la vita a tre nostri concittadini. Un episodio tragico che creò gravi danni economici a tante persone ed imprese. A tutti coloro che hanno patito ed ancora patiscono le terribili conseguenze di quell’evento va il pensiero di tutta la città. Per questo l’Amministrazione Comunale ha deciso che oggi tutte le bandiere della Residenza Municipale di Piazza Roma siano esposte a mezz’asta, come segno di ricordo, memoria di quanto avvenuto e nel rispetto delle vittime. Domenica, inoltre, verrà riposto un mazzo di fiori nel luogo in cui il fiume fuoriuscì, causando il tragico allagamento".