REDAZIONE ANCONA

Siria: transizione democratica in bilico, Asmae Dachan riflette sul futuro del Paese

La giornalista Asmae Dachan analizza la transizione democratica in Siria dopo la caduta del regime Assad e le sfide future.

La giornalista Asmae Dachan analizza la transizione democratica in Siria dopo la caduta del regime Assad e le sfide future.

La giornalista Asmae Dachan analizza la transizione democratica in Siria dopo la caduta del regime Assad e le sfide future.

La Siria è davanti a una svolta epocale della sua storia e questo sta causando un profondo coinvolgimento emotivo nella giornalista Asmae Dachan, anconetana di adozione. Da una parte la gioia per la fine del regime della famiglia Assad, dall’altra l’esito incerto di una transizione democratica che coinvolge i ribelli capaci di sovvertire l’ordine costituito dell’ultimo mezzo secolo.

Dachan, originaria di Aleppo, collega giornalista e profonda conoscitrice delle dinamiche siriane, soprattutto dal vento di orrore seguito alla Primavera Araba che ha travolto la Siria nel 2011: "Il futuro del mio Paese è in bilico – spiega Asmae Dachan al Carlino –, molto dipenderà dai prossimi mesi. Per ora nella leadership ribelle ci sono anche gruppi militari armati e in alcuni casi poco raccomandabili, ma non posso dimenticare il popolo siriano, la gente perbene che ha sofferto le violenze del regime di Assad e dei lealisti a esso fedele. Se questa transizione sarà incruenta, senza troppe influenze delle potenze regionali e internazionali che hanno appetiti da soddisfare, allora sì saremo davanti alla possibilità di una rinascita della Siria".

Culla di una cultura ancestrale, crogiolo di convivenze tra cedi religiosi, il Paese chiave del Medio Oriente sta uscendo da un tunnel per imboccare chissà quale strada: "Posso dire che nonostante siano passati pochi giorni dalla presa del potere dei ribelli e la fuga di Assad – aggiunge la giornalista che vive ad Ancona –, so già di code di cittadini siriani ammassati alla frontiera con la Turchia dove hanno vissuto gli ultimi anni da profughi. Secondo le stime sono oltre 13 milioni i siriani fuggiti all’estero o sfollati interni. Speriamo che questo fronte di ritorno sia in grado di convivere in pace potendo rilanciare le sorti di un Paese martoriato e violentato".

Dachan è originaria della città-simbolo della Siria, Aleppo, presa con la forza dal regime di Assad nel 2016 grazie ai bombardamenti aerei dell’alleato storico, la Russia di Putin (la famiglia dell’ormai ex dittatore siriano si è rifugiata proprio a Mosca): "Per noi sono stati anni durissimi e pieni di sofferenza. La città sotto assedio, bombardata, distrutta. Aleppo è riconosciuta come la città più antica al mondo, sorta oltre 8mila anni fa, una città bellissima a cui mi lega dei ricordi indelebili. Laggiù ho amici, colleghi e non solo con cui sono in costante contatto" dice la Dachan che poi conclude con un auspicio importante e condivisibile: "La rivolta armata sia solo momentanea e propedeutica al ritorno della calma e della pace con il sopravvento della società civile. Soltanto così la Siria può rifiorire e con essa il suo popolo. Per un’analisi più concreta della situazione bisognerà attendere qualche mese".