
"Dopo il terremoto, abbiamo paura per la nostra incolumità. Il Comune si sbrighi a trovare i soldi e a mettere in sicurezza gli edifici". È questo l’appello che lanciano all’unisono gli inquilini delle case popolari di piazza Salvo D’Acquisto 21-29. Abitazioni la cui proprietà è del Comune, ma la cui gestione spetta all’Erap, l’Ente regione per l’abitazione pubblica delle Marche. Il Carlino si è spesso occupato dello stato degli edifici del Q2, interessati da crolli di intonaco e cornicioni. "Dopo il terremoto di inizio novembre, eravamo spaventati. Abbiamo controllato gli interni delle case, ma per fortuna non abbiamo notato crepe. Però – fa sapere Loredana Pezzella – ho chiamato i vigili del fuoco, dato che ero preoccupata nel vedere una colonna che regge l’edificio staccarsi parzialmente dal solaio". Il complesso residenziale, formato da tre lotti, è quasi totalmente occupato: "Gli appartamenti sono 30, ma uno è sfitto da oltre un anno. Quindi, ci sono 29 nuclei familiari che vivono qui e un controllo sulla stabilità dell’edificio andrebbe fatto. Mica ci deve per forza scappare il morto affinché le istituzioni si muovano, no?" evidenzia Pezzella, sostenuta da altri abitanti. Che fanno sapere: "Noi condòmini abbiamo messo l’avvocato per chiedere al Comune di stanziare dei soldi per la messa in sicurezza (almeno parziale) dell’edificio. Lo abbiamo chiesto lo scorso luglio, bisogna trovare i soldi". E qualcosa, a dire il vero, è stato fatto: "L’intonaco e i calcinacci che giacevano a terra nel cortiletto sono stati rimossi e le parti pericolanti sono state messe in sicurezza con l’intervento congiunto di una ditta esterna e dell’ufficio manutenzione del Comune, che ha transennato tutto con una rete arancione. Ma capite bene – prosegue Pezzella – che non possiamo vivere per sempre così. Insomma, io stendo i panni nel balcone sui mattoni a vista, non c’è più intonaco né cemento. È stabile un edificio in queste condizioni?" si chiede Pezzella. "Abbiamo paura: lo sciame sismico nell’anconetano è continuato e chissà se si ripeterà. I pompieri sono arrivati e hanno controllato il mio appartamento, dicendomi che l’interno è sicuro, ma l’esterno lascia a desiderare. Ora, farò un accesso agli atti tramite l’avvocato per capire meglio la situazione". Concludono gli abitanti delle case popolari: "Il Comune faccia qualcosa prima che sia troppo tardi. Lì dentro, vivono pure bambini piccoli, non solo anziani – fa Pezzella – Io con me ho i miei nipoti: uno di pochi mesi e un altro di due anni. Serve intervenire con celerità per verificare lo stato dei luoghi e scongiurare ogni potenziale rischio".
Nicolò Moricci