PIERFRACESCO CURZI
Cronaca

La ‘battaglia’ del Carlino, stop alla vergogna del porto. La caldaia non c’è più: arco medievale ora libero

L’orribile impianto era stato appoggiato alla ‘porta’ Capoleoni, sfregio alla storia cittadina. Dopo la nostra denuncia era partito il classico rimpallo di responsabilità: c’è la svolta

L'arco con la caldaia e senza

L'arco con la caldaia e senza

Ancona, 24 settembre 2024 – Nuovo sistema di riscaldamento e climatizzazione, via la caldaia-choc dell’istituto Nautico. La rimozione del manufatto risale a diversi mesi fa, ma essendo diventata una sorta di ‘arredo’ a cui ormai la gente si era quasi abituata, suo malgrado, ci siamo accorti della sua sparizione soltanto nei giorni scorsi. Con nostra grande sorpresa, dopo anni di battaglie per evidenziare l’assurdità di quell’obbrobrio e scempio posizionato a pochi centimetri da un arco medievale (arco Capoleoni) e dalle mura romane, la caldaia è stata rimossa. Restano solo i segni dei collegamenti dell’impianto sulla parete e le guide attraverso cui passava la canna fumaria di quell’opera molto impattante. Via, sempre a sorpresa, anche la recinzione di fronte alla scuola all’interno della quale per anni ha trovato locazione un’enorme bombola per l’erogazione del gas.

“Dalla fine dello scorso anno il riscaldamento del nostro istituto è garantito da una centrale controllata da remoto. L’impianto si trova al piano interrato ed è lo stesso che funzionava anni fa, prima che fosse montata quella caldaia”. A parlare è Raffaele Vietri, coordinatore del plesso scolastico dell’istituto nautico ‘Elia’ che fa parte dell’Itis ‘Volterra’ a Torrette. Nei piani della Provincia, anni fa, e dei vertici scolastici c’era l’idea di chiudere la sede del porto e trasferire tutti gli studenti a Torrette, ma poi non se n’è fatto più nulla: “Dopo anni difficili, negli ultimi due sono tornate le iscrizioni e soprattutto sono tornati tanti studenti anconetani – aggiunge Vietri – circa il 50% dei nuovi alunni. Quest’anno abbiamo due nuove prime e nel complesso le classi sono 12 e gli studenti più di 200. Un nuovo futuro per questa scuola storica della città che ha potenzialità incredibili”.

Ma tecnicamente, come è stato possibile cancellare quella vergogna togliendo caldaia e bombola e garantire l’impianto di riscaldamento per il grande plesso a fianco della Casa del Portuale? Ce lo spiega l’ingegner Alessandra Vallasciani della Provincia di Ancona, istituzione competente per l’edilizia scolastica delle superiori: “Siamo riusciti a collegare le tubazioni della rete del gas al plesso scolastico grazie a un accordo con l’Autorità portuale, cosa che non era stato possibile fare in passato. Ciò – illustra la Vallasciani – ha consentito di riattivare la caldaia interna alla scuola senza aver alcun bisogno della caldaia e della bombola. L’impianto è in servizio dallo scorso anno didattico ed è perfettamente funzionante”. Ciò spiega anche quale fosse il problema per cui non si riusciva a capire chi avesse dato l’ok al piazzamento e all’utilizzo di quella caldaia orribile addosso a quel gioiello storico: era tutta una questione di autorizzazioni tecniche, di mancati allacci, il tutto sulla pelle dell’ambiente e del modo in cui è stato trattato Arco Capoleoni in questi decenni. Già l’ok alla costruzione di quella scuola, nei primi anni ‘60, grida vendetta: il perimetro è radente alle mura e ai resti romani della zona dell’attiguo Porto Traianeo.

Ora che la caldaia e la bombola non ci sono più qualcuno dovrebbe occuparsi del recupero dell’arco medievale che continua a perdere pezzi.

8 oratori online8 online