
"Tutti devono pagare per i morti della Lanterna Azzurra, senza distinguo di responsabilità perché il locale non era inidoneo e quindi tutti sono colpevoli, anche i proprietari della discoteca".
Così gli avvocati di parte civile nel processo bis per la strage di Corinaldo, quello sulle carenze strutturali dell’immobile e sui permessi rilasciati per autorizzarlo a locale da ballo, hanno parlato ieri in aula davanti alla gup Francesca De Palma che dovrà giudicare in abbreviato i sette imputati che hanno scelto di procedere con il rito alternativo. A turno i legali hanno formalizzato le richieste seguendo la scia della requisitoria della Procura che si è differenziata su una condanna complessiva per tutti. Il pubblico ministero Paolo Gubinelli aveva chiesto le condanne solo per cinque, il dj Marco Cecchini, il socio Carlantonio Capone, il responsabile della sicurezza Gianni Ermellini e i due proprietari dei muri Micci Alberto e Micci Marco.
Per altri due proprietari della discoteca, Micci Letizia e Mara Paialunga, madre e figlia, il pm Paolo Gubinelli aveva chiesto l’assoluzione perché all’esito dell’attività indagine non sono emersi elementi di colpevolezza. Le parti civili hanno chiesto la condanna anche per queste due donne, perché tutti guadagnavano dal locale.
"Sono morti per soldi i ragazzi e la giovane mamma" ha osservato l’avvocato Irene Ciani che tutela la famiglie di Benedetta Vitali, una delle vittime della Lanterna. "Non ci prestiamo al gioco che solo chi ha innescato il pericolo con lo spray – ha detto l’avvocato Federica Ferro, che rappresenta Paolo Curi, il marito della donna morta – sia responsabile. Ognuno ha concorso al verificarsi della tragedia ed è ora che si assuma la responsabilità". Il papà di Emma Fabini, altra giovane vita spezzata, Fazio, ha detto che "non mi basterà di saperli tutti in carcere, ogni minuto devono avere il peso di quelle morti".
Il genitore, ad udienza finita, ha ricordato come le vite di intere famiglie "sono state spezzate da quattro minuti" la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, quelli in cui cinque minorenni e una mamma sono morti sotto la calca di una folla in fuga. Ieri solo un avvocato degli imputati era presente alla discussione degli avvocati delle famiglie dei deceduti e la loro assenza non è passata inosservata ai legali. Prossima udienza il 2 marzo quando parleranno le difese. Per la strage di Corinaldo è in corso anche il processo di appello per la banda dello spray, già condannata a pene che vanno da 10 a 12 anni.
Marina Verdenelli