Tra società e settore tecnico una lunga serie di responsabilità

Dal presidente Tiong all’ad Nocelli fino al ds. Micciola e all’allenatore. Colavitto che hanno salutato.

Tra società e settore tecnico una lunga serie di responsabilità

Tra società e settore tecnico una lunga serie di responsabilità

L’elenco degli errori e degli orrori, delle responsabilità e delle colpe condivise che si sono succedute finora nel corso della stagione è sicuramente lungo. Tutti responsabili, tutti colpevoli, scriveva il Resto del Carlino settimane fa. Ecco il riassunto di ciò che è accaduto, responsabile per responsabile, e che ha portato alle dimissioni di Francesco Micciola, all’esonero di Gianluca Colavitto e all’arrivo di Roberto Boscaglia.

Tony Tiong: il presidente ha la colpa veniale di essersi innamorato, lo scorso anno, della figura di Marco Donadel, per il fatto che parlava inglese e per il suo curriculum da calciatore, visto che quello da allenatore era striminzito, e di aver assecondato tutte le sue scelte in sede di campagna acquisti, finendo per smantellare la squadra dello scorso anno. Più di recente il presidente ha la responsabilità di non aver portato ad Ancona i due rinforzi che aveva promesso a gennaio, e di aver più volte rimandato il suo arrivo per concludere l’atto di compravendita del terreno con il Comune. Fatti che hanno seminato dubbi, incertezze e malumore.

Roberta Nocelli: l’unica responsabilità che le si può addossare è quella di lavorare dalla mattina alla sera per il bene dell’Ancona. Lo ha dimostrato con l’arrivo di Boscaglia nel giro di 24 ore. Però anche il Colavitto 2.0 l’ha deciso lei, con il benestare del consiglio d’amministrazione. E non ha dato i frutti sperati.

Roberto Ripa: ha la responsabilità di aver dribblato tutto il consiglio, lo scorso anno, portando Donadel direttamente da Tiong. Ha anche la responsabilità di aver sforato il budget dello scorso anno e di aver garantito le entrate pubblicitarie che avrebbe dovuto portare Limatola. Ne ha pagato di persona, con il suo demansionamento. Da quel giorno, però, per l’Ancona non ha fatto più nulla.

Francesco Micciola: gli errori sono cominciati quando la scorsa estate ha cominciato a rispondere sempre e solo sissignore a mister Tiong e a Donadel, permettendo lo smantellamento della squadra dell’anno precedente. E cominciando a portare ad Ancona giocatori di dubbia qualità. Si potrebbero fare tanti nomi, e si faranno a fine stagione. Per il momento si fa prima a dire cosa ha azzeccato, quest’anno: l’acquisto di Cella, il ritorno di Mondonico. A gennaio, d’accordo con Colavitto, ha riportato subito quattro pedine di cui tre ex, però ha anche finito per mandare via Peli, giocatore che poteva tornare utile, ormai in rotta di collisione con il gruppo e la società. E poi ha inseguito sempre e solo Rolfini, senza chiudere con Finotto quando avrebbe potuto. In compenso ha portato ad Ancona Vogiatzis.

Gianluca Colavitto: è tornato ad Ancona pieno di rancore nei confronti di chi lo aveva mandato via nell’aprile dello scorso anno. In 24 partite ha raccolto la media di 1.04 punti a gara, poco distante dall’1.00 di Donadel, media da playout. E’ responsabile anche di affermazioni discutibili, dal "responsabile ma non colpevole" al "sulla mentalità di questa squadra non riesco a incidere", al "perdono i miei nemici ma non dimentico i loro nomi" con cui è rientrato ad Ancona. Molto discutibili anche alcune scelte: Radicchio titolare a Perugia, oppure Spagnoli sostituito da Energe a Recanati. In mezzo gesti di estremo nervosismo da parte di una squadra probabilmente fuori controllo, come quello che è costato il rosso diretto a Cioffi.

g. p.