Trasporto scolastico Marche, centinaia di bimbi a piedi. Caos e denunce

La società Tundo, che ha in appalto il servizio, ha dato forfait. La Regione in Procura: "È interruzione di pubblico servizio"

Ieri giornata caotica per il primo giorno di scuola nelle Marche: i bus non bastano

Ieri giornata caotica per il primo giorno di scuola nelle Marche: i bus non bastano

Pesaro, 16 settembre 2021 - Centinaia di studenti rimasti a piedi, decine di famiglie in difficoltà. Sindaci, Comuni, sindacati sul piede di guerra. E Regione in testa, con una denuncia per interruzione di pubblico servizio già depositata e pronta a chiedere nelle prossime ore la risoluzione del contratto. Un primo giorno di scuola all’insegna del caos sul fronte dei trasporti, quello di ieri, in decine di Comuni delle Marche.

La Tundo spa, la società a cui la stazione unica appaltante della Regione (Suam) ha affidato il servizio scuolabus, ha dato forfait parziale alla vigilia del rientro tra i banchi, lasciando a piedi gli studenti di materne, elementari e medie di diversi Comuni. Quattro (Falconara Marittima, Gabicce Mare, Colli al Metauro e Camerata Picena), le città dove la Tundo non ha coperto il servizio. In molti altri i primi cittadini e dirigenti sono corsi ai ripari trovando ditte alternative alla Tundo dopo ore febbrili di ricerca andate avanti anche per tutta la notte di vigilia. A San Costanzo, un autista della Tundo ha usato il mezzo messo a disposizione dal Comune.

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Le uniche "miracolate" sono state Pesaro, Fano, Vallefoglia e Petriano. Qui gli scuolabus hanno girato, portando nei vari istituti delle città le centinaia di studenti. Ma il destino dei trasporti della Tundo è tutt’altro che certo. Ieri, chiamato più volte al telefonino, il direttore generale della ditta con sede a Lecce, Massimo Bianco, non ha mai risposto. "La nostra Giunta si è insediata a gara svolta, nel 2019 – spiega l’assessore regionale ai trasporti, Guido Castelli – C’erano state segnalazioni che evidenziavano un trascorso della Tundo con alcune criticità, tra convocazioni in Prefettura e mancati pagamenti ai dipendenti. Ma nonostante questo, sia Tar che Suam non avevano ritenuto che fossero motivi sufficienti a escludere la ditta dalla gara".

Ora però, visto il caos di questi due ultimi giorni, la strada sembra segnata. "Abbiamo già depositato denuncia per interruzione di pubblico servizio – continua Castelli – ora ci muoviamo per l’eventuale risoluzione del contratto d’appalto. Intanto credo che si muoveranno anche i Comuni con le proprie legittime azioni legali".

La ventila già il sindaco di Gabicce, Domenico Pascuzzi, dove sono rimasti a piedi 70 bambini. Ma anche il primo cittadino di Tavullia, Francesca Paolucci. E con loro tanti altri. "Il servizio dei trasporti deve tornare pubblico – tuona la consigliere regionale dei 5stelle Marta Ruggeri, per la quale quello che è successo "dimostra che servizi locali di interesse generale non possono essere affidati a imprese private".