NICHOLAS MASETTI
Cronaca

Un Superbonus per le calzature: "Servono misure straordinarie"

Fenni, vicepresidente Assocalzaturifici: voucher o buoni alle famiglie per incentivare gli acquisti

Fenni, vicepresidente Assocalzaturifici: voucher o buoni alle famiglie per incentivare gli acquisti

Fenni, vicepresidente Assocalzaturifici: voucher o buoni alle famiglie per incentivare gli acquisti

L’industria calzaturiera marchigiana è sempre più in crisi. Crollano export e fatturato, chiudono aziende e aumentano le richieste di cassa integrazione. Secondo il report del centro studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, a livello nazionale, nei primi nove mesi del 2024, l’export è crollato del 9,2%, il fatturato del 9,7%. E le ore autorizzate di cassa integrazione sono salite a 26 milioni (+139,4% rispetto al periodo gennaio-settembre del 2023), quattro volte e mezzo in più dello stesso periodo 2019, pre-Covid. Un’impennata che nelle Marche è arrivata al +178,2% rispetto al 2023 (+136,7% sul 2019), toccando 3,8 milioni di ore, con picchi negativi nelle province di Fermo e Ascoli (+236%). Peggio hanno fatto solo Toscana, Campania e Veneto. Valentino Fenni, vicepresidente di Assocalzaturifici e presidente della sezione calzature di Confindustria Fermo, spiega: "La tendenza va avanti da anni e la ripresa si dovrebbe vedere solo a metà 2025. Ma questi sei mesi saranno lunghi". Ogni anno chiudono imprese e rischiano di rimanere a piedi centinaia di lavoratori. Come se ne esce?

"Abbiamo visto che le ore di cassa integrazione sono a livelli da record. Ma il problema di fondo è: che cosa si vuole fare del settore manifatturiero? E che fine dovrà fare la moda? Qui ci troviamo in una situazione di emergenza con un serio rischio di desertificazione delle zone industriali. Vanno bene le misure ordinarie, ma ora iniziano a servire delle misure straordinarie. Speriamo nell’emendamento dell’onorevole Francesco Battistoni per la decontribuzione nelle Marche, ma non vorrei fosse un miraggio, come la legge sul credito d’imposta ricerca e sviluppo, la cui interpretazione ha fatto dei danni invece di aiutare le aziende".

Misure straordinarie? Ad esempio?

"Come il Superbonus 110% per l’edilizia, serve una misura straordinaria per il settore di moda e abbigliamento, ad esempio aiutando le famiglie a consumare di più con buoni o voucher. Le spese aiuterebbero i negozianti, che a loro volta comprerebbero più dalle ditte. Se non aiuti l’ultima ruota del carro, non aiuti quelli sopra al mercato". Siamo entrati nel 2025, che cosa si aspetta? Segnali di ripresa?

"Non prima di metà anno. Anche in Toscana abbiamo visto una chiusura impressionante di aziende. Servono quindi delle soluzioni comuni per tutti".

Le difficoltà non sono solo per le piccole e medie imprese.

"Il problema è generale. Bisogna dire che la Regione è molto vicina al nostro settore (l’assessore Aguzzi ha parlato di ammortizzatori ad hoc per le imprese con meno di 15 dipendenti, ndr), ma non basta. Ad esempio, la Russia a livello di export era fondamentale per il nostro territorio. Ma si continuano ad applicare delle sanzioni per un mercato ricco, che ci supportava spendendo e portando ricchezza. Così non sono stati salvaguardati i nostri interessi. I tanti conflitti sono stati traumatici per il nostro mercato".