Gli propone di mettere in vendita un costosissimo Rolex, un Daytona, sui canali social, ma quando arriva il momento di incassare, il proprietario si accorge che solo una parte delle banconote erano vere, le altre erano soldi falsi. A mediare la vendita era stato un amico di vecchia data che il tribunale di Ancona ieri ha rinviato a giudizio per truffa e appropriazione indebita. Sotto accusa è finito un chiaravallese di 41 anni, difeso dall’avvocato Giovanni Cimarossa. Il processo si aprirà l’11 marzo 2026 davanti alla giudice Alessandra Alessandroni. Vittima del presunto raggiro un 67enne di Falconara, venditore di orologi di pregio, parte civile con gli avvocati Gabriele Galeazzi e Federico Arcolai. Stando alla denuncia fatta dal 67enne lo scambio orologio-banconote false è avvenuto il 14 gennaio del 2023, in un albergo di Torrette, dove il venditore di orologi aveva anche prenotato una saletta. Giorni prima l’amico gli aveva proposto di mettere in vendita sulla messaggistica istantanea di Telegram e poi su Marketplace di Facebook il Rolex del valore di 21mila e 500 euro. In cambio lui ci avrebbe preso 500 euro per la mediazione. Come riferimento avrebbe dato il proprio numero di cellulare. Passato qualche giorno si era fatto vivo un acquirente che voleva però pagare in contanti. "E’ una persona seria", lo avrebbe rassicurato il chiaravallese dicendo all’amico che ci aveva parlato per telefono. Così è stato fissato l’appuntamento per lo scambio, in albergo, alle 16. All’hotel sono arrivati in due, quello che aveva risposto all’annuncio e un altro uomo, uno aveva un trolley con il denaro dentro. Mentre il 67enne attendeva nella hall, l’amico e i due compratori sono entrati nella saletta per concludere l’operazione. Poco dopo i due sono andati via e il chiaravallese è uscito con il denaro che, a suo dire, aveva anche controllato. Quando il 67enne però ha aperto la valigetta dei soldi solo una parte del denaro, 1.400 euro, erano banconote vere, le altre erano visibilmente false anche al tatto. In pratica solo 14 banconote da 100 euro erano vere, le restanti 186 no. Non c’era più tempo di fermare i due compratori perché si erano già allontanati a bordo di una Opel. L’amico del 67enne ha provato a richiamare il cellulare di uno dei due ma senza successo. Il sospetto della vittima è che il suo amico sia stato complice del raggiro. La verità emergerà al processo.
Marina Verdenelli