
Nikola Brunelli, come è nata la scintilla per questo film che si sta rivelando così incendiario sin dal set?
"Per ‘Superbi’ eravamo decisi a scrivere una storia che potesse destabilizzare e far leva sulle ipocrisie che si celano dietro i comportamenti quotidiani, tirando fuori la comicità dalle situazioni più comuni ed esaltandone le assurdità. Emanuele (Mochi, co-sceneggiatore del corto) aveva un’idea: un ragazzo nero che apre un negozio di prodotti tradizionali in un luogo non definito in Italia. E quale prodotto più caratteristico e tradizionale delle Olive all’Ascolana conosciute in tutto il mondo?".
A quali registi ti sei ispirato per concepire i quadri di questa commedia all’ascolana?
"Senza dubbio il Gabriele Salvatores di ‘Mediterraneo’ per la spontaneità degli attori o Edgar Wright per lo stile di ripresa e le situazioni comiche. Ma più di tutti devo dire che lo stile che mi ha da sempre condizionato è quello dei comici milanesi, dei vari Bisio, Abatantuono, Aldo Giovanni e Giacomo, e dei cartoni Pixar-Disney".
Pensa che Superbi possa colpire anche il pubblico nazionale?
"Tutto può essere, ma, come detto ai miei colleghi sul set, subito dopo lo scalpore e il panico ad Ascoli per le ‘Olive Wang’ in Piazza del Popolo, credo che un obiettivo sia già stato raggiunto ancor prima di completare il montaggio, ovvero destabilizzare. In un paese pressapochista e disattento come il nostro, agire sul locale può essere l’arma vincente per irrompere nelle coscienze individuali e collettive".