La Jesina crolla su tutti i fronti "Difficile capire cosa è successo"

La Jesina crolla su tutti i fronti  "Difficile capire cosa è successo"

La Jesina crolla su tutti i fronti "Difficile capire cosa è successo"

Sprofondo rosso. Praticamente fuori, a 270’ dalla fine della stagione regolare, dalla lotta playoff e, peggio ancora, dalla grazia dei tifosi. Sono le premesse al malinconico finale di stagione di una Jesina che non finisce di stupire.

In negativo. Appena un punto collezionato nelle ultime tre gare al Carotti (con Chiesanuova, Marina e Maceratese), a parte l’exploit di Fossombrone (destinato, salvo improbabili miracoli, a rimanere fine a se stesso), l’ultima vittoria casalinga risale nientemeno che al 12 febbraio scorso (successo di misura con l’Urbino). E domenica, a completare il fosco quadro di un girone di ritorno da incubo, per i risultati e per come sono maturati, la sconfitta in casa della Cenerentola del girone, un Porto S. Elpidio già retrocesso capace di una reazione d’orgoglio e di rimontare lo svantaggio fino al gol vittoria a partita praticamente finita.

I tifosi presenti, da settimane in fermento, non l’hanno presa bene sfogando rabbia e frustrazione con (l’inevitabile?) coda di insulti e contestazioni varie. Cosa sia successo ad una squadra che solo quindici giorni prima, dopo Fossombrone, era rientrata a pieno diritto nel giro playoff, non è facile a dirsi.

Neppure per il direttore generale leoncello Gianfranco Amici, che ieri in tarda serata ha avuto un incontro ‘chiarificatore’ con il presidente Chiariotti. "Siamo i primi ad essere rammaricati, difficile per chiunque capire come possano avvenire certe metamorfosi – non nasconde la delusione il dirigente jesino – respingiamo con forza le voci secondo le quali alla base degli ultimi risultati ci sarebbe la mancanza di volontà da parte nostra società di raggiungere traguardi importanti (la promozione in serie D ndr ). Facciamo sport per passione mettendo il massimo della professionalità e profondendo da sempre le migliori energie nei limiti delle nostre possibilità, non ci siamo mai tirati indietro al momento di far sentire la nostra vicinanza alla squadra senza mai far mancare nulla. Di certo non lasceremo nulla di intentato per onorare fino in fondo una stagione che avremmo voluto molto più ricca di soddisfazioni per noi e per i nostri tifosi".

Sugli insulti finali al clan leoncello, nessuno escluso, questo il pensiero del direttore generale. "Capisco la rabbia, la delusione e la contestazione che possono anche sfociare negli insulti purché non si vada oltre certi limiti e soprattutto venga infine ricomposto nei limiti del buon senso".

Gianni Angelucci