"Questo club emoziona". E s’inventa il telo mare

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Roberta Nocelli, aveva dichiarato che la festa avrebbe riservato delle sorprese e così è stato, dall’annuncio del cambio di denominazione ai fuochi d’artificio. "Nell’ultima settimana abbiamo messo in moto la macchina, tra consigli di amministrazione e atti notarili per arrivare al giorno 7 giugno quando abbiamo inviato per pec a Lega Pro e Federazione la documentazione per il cambio del nome. Era importantissimo farlo e poi dirlo proprio in quel giorno, significava dare ancora più valore a quella festa. Per ridare ad Ancona quel che è di Ancona".

Quante presenze martedì scorso al Del Conero?

"Tra paganti e chi è arrivato più tardi oltre duemila presenze". Soddisfatta della partecipazione?

"Sì, perché era un giorno lavorativo, in mezzo alla settimana. Ma il 7 era il 7 e aveva un significato. Sono soddisfattissima, sicuramente meno soddisfatti quelli che non c’erano".

Al Del Conero c’erano anche tanti bambini.

"Ma lo scopo era proprio questo, far vivere loro le emozioni vissute dai genitori o dai nonni, per farli innamorare del calcio e della maglia dell’Ancona, per trascinarli verso di noi. Ma anche in campionato abbiamo avuto giornate con 900 under 18 in curva, un significato importante anche in proiezione futura. Lo dico spesso: l’Ancona ha un proprietario ma è un bene comune, è di tutti, è di una comunità". Cosa le hanno detto i protagonisti del 1992?

"Dopo la festa mi hanno scritto in tantissimi, da Guerini a Gadda e agli altri, dicendo che non si aspettavano un’accoglienza del genere, non solo da parte della tifoseria, ma anche della società".

E la tifoseria, in generale? "Quando Mauro Canil ha pronunciato il nome Us Ancona ho visto gente piangere. E’ stato giusto annunciarlo in quel momento, in un tripudio di emozioni, sia per aver fatto giocare i tifosi contro i loro beniamini, sia per il discorso del nuovo nome".

Che effetto fa essere amministratore delegato e direttore generale di una società che ha vissuto quegli anni e quei traguardi?

"Fino a due mesi fa mi sentivo molto responsabile, ora ancora di più. Ogni traguardo vissuto dalla società e dalla città nel passato mi arricchisce e mi rende orgogliosa, ma anche ancora più responsabile, perché ogni azione, ogni nostra scelta dall’altra parte genera emozioni forti".

Uno splendente telo mare, ultimo nato dei gadget biancorossi: dove nasce l’idea?

"Ero al mare a Portonovo, nei primi giorni di maggio, qualcuno già si spogliava e faceva il bagno, ho tirato fuori un asciugamano di microfibra e ci ho pensato: ho chiamato il responsabile del marketing e lo abbiamo realizzato. Con la scritta ‘gente de mare’".

g.p.