
Il titolare del bar è stato aggredito: prognosi di dieci giorni
Ascoli, 14 giugno 2025 – Resta rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto “in osservazione” il 25enne ascolano arrestato mercoledì notte dagli agenti della Questura di Ascoli per aver colpito con una bicchierata al volto Stefano Procaccioli, titolare del bar Caldaie a Porta Maggiore. Così ha deciso ieri mattina il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ascoli Angela Miccoli durante l’udienza di convalida dell’arresto, svolta in videoconferenza col carcere dove il giovane ascolano è detenuto e dove dovrà restare. Il giudice ha disposto l’osservazione dell’indagato, dando disposizione alla direzione del penitenziario di informarla sull’evoluzione delle condizioni di salute del 25enne detenuto, evidenziando eventuali condizioni di incompatibilità con il regime carcerario. Condizioni che secondo l’avvocato difensore Giuseppe De Santis non ci sono.
“Innanzitutto voglio esprimere massimo rispetto alla persona aggredita; anche il mio assistito è dispiaciuto per quanto accaduto” premette l’avvocato De Santis entrando poi sul punto focale della sua difesa. “Si tratta di una persona che ha bisogno di cure, non della detenzione carceraria che è certamente incompatibile con le sue condizioni di salute. Lo dimostrano i certificati medici che presto produrrò, insieme alla richiesta che sia sottoposto a perizia psichiatrica”. Segnali che fosse un soggetto con problemi erano stati evidenti anche nei giorni precedenti la violenta aggressione, quando il ragazzo aveva preso a frequentare il bar Caldaie chiedendo soldi o che gli si offrisse qualcosa. Mercoledì sera alcuni clienti si erano lamentati con Procaccioli delle insistenze. Il titolare del bar Caldaie ha avvicinato il ragazzo chiedendogli “garbatamente” di allontanarsi. Per tutta risposta questi gli ha rotto un bicchiere di birra in faccia, mandandolo in ospedale dove è stato dimesso per ferite al volto e una prognosi di 10 giorni. “La madre del mio assistito lo scorso 20 maggio ha chiesto il ricovero psichiatrico del figlio, motivato anche dal referto medico che segnalava problemi psichici che lo rendevano soggetto socialmente pericoloso. Ha fatto richiesta fosse accolto in una struttura dell’Ast – afferma De Santis – ma ha avuto risposte negative sia dall’ospedale di Ascoli che da quello di San Benedetto”. Il penalista ha chiesto i domiciliari per il 25enne, mentre la Procura ha insistito con la detenzione in carcere, infine accordata dal giudice Miccoli, seppur con la prescrizione della costante valutazione dello stato di salute.