DANIELE LUZI
Cronaca

Nascite e residenti in calo, ad Ascoli è la decrescita infelice

I numeri confermano il trend su tutti i fronti, anche quello delle mamme sempre meno giovani

Culle in ospedale

Culle in ospedale

Ascoli, 3 aprile 2018 – Nascite in picchiata, residenti in diminuzione ed età media delle mamme in aumento. Sono solo tre fattori anagrafici che restituiscono l’immagine di una città che fa fatica a risollevarsi sotto il profilo demografico.

Partiamo dal dato più ovvio, quello delle nascite: in una società che va progressivamente invecchiando i nuovi arrivi sono fondamentali per mantenere l’età media dei cittadini entro certi parametri. Ma se si guarda l’andamento degli ultimi cinque anni, ecco che appare evidente come la tendenza sia nettamente verso il basso e con un ritmo che appare difficile da frenare: nel 2013 in città erano nati 456 bambini, mentre nel 2017 il numero è sceso addirittura a 302. Un crollo vertiginoso di 154 unità, pari al 33% in meno.

Un dato che non concede spazio alle valutazioni e ai commenti, perché se è vero che le incertezze economiche spesso lasciano poco margine per pensare a una famiglia, dall’altro lato c’è da dire che un fenomeno di proporzioni così vaste non può essere spiegato solo con fattori di bilancio familiare ma deve avere radici sociali più profonde. Restando però nel campo dei numeri, ecco che l’analisi di un quinquennio rappresenta sicuramente un periodo di tempo tale da poter diventare un riferimento. Quindi se cinque anni fa nasceva, in media, più di un bambino al giorno, ecco che nel 2017 questo dato è sceso, e di parecchio, sotto l’unità.

Quello che più impressiona è la regolarità con cui Ascoli sta perdendo nuovi nati: a volerla rappresentare graficamente, ci troveremmo di fronte a una linea che punta decisa verso il basso, senza arrestare mai il suo volo in verticale.

Cercando di capire come si è arrivati a questa situazione, possiamo partire da quanto è accaduto tra un anno e l’altro, dal 2013 fino a oggi. Quindi appare evidente come tra 2013 e 2014 la diminuzione delle nascite non sia stata così significativa, visto che parliamo di 14 bambini in meno venuti alla luce: poco più di uno al mese. Una flessione talmente minima che potrebbe essere considerata fisiologica, tale da rientrare nell’ordine delle cose, anche se quando si tratta di nuovi nati si spera sempre di avere a che fare con un segno ‘più’.

Che fosse qualcosa di più di un semplice dato estemporaneo è stato confermato l’anno seguente, visto che nel 2015 i neonati sono stati 56 in meno rispetto all’anno precedente: più di quattro nascite in meno ogni mese, una ogni settimana. Un tonfo rumoroso, che si è alleviato nel passaggio al 2016 (alla fine solo sei bimbi in meno rispetto ai dodici mesi precedenti) ma è tornato prepotente nel 2017, quando si sono registrate addirittura 72 nascite in meno rispetto al 2016. Come se non bastasse, le brutte notizie non sono finite qui: fino a lunedì 26 marzo, nella nostra città erano 59 i nuovi nati nell’anno. Che significa la media impietosa di 0,69 al giorno.

Passiamo ai residenti in città: i numeri, come se non bastasse questo trend, sono riferiti al 1° gennaio 2017 e quindi non tengono conto dell’intero anno appena trascorso durante il quale si sono concretizzate le conseguenze del terremoto, soprattutto sotto il profilo dei residenti che certamente saranno diminuiti ulteriormente.

La conferma arriverà solo nei prossimi mesi, quando l’Istat renderà noti i numeri del 2017 relativo ai residenti nel Comune, ma intanto ci sono diversi motivi di preoccupazione: il migliore degli ultimi cinque anni è stato il 2014, quando gli ascolani erano tornati sopra quota 50mila. Un fatto che poi non si è mai ripetuto nel triennio successivo, tanto che a inizio 2017 si era pericolosamente vicini alla soglia dei 49mila. Altra nota, più di colore che di sostanza, riguarda il sesso dei residenti in città: le donne sono circa 2mila in più rispetto agli uomini, una tendenza rimasta invariata nel corso degli ultimi cinque anni.

Oltre alle nascite e ai residenti in calo, c’è anche una questione di età delle mamme: in questo caso parliamo di un dato provinciale, da cui emerge che nel Piceno si ha un figlio a 32,7 anni di media. Si tratta dell’età più alta a livello regionale, visto che la media di Fermo è 32 anni, quella di Macerata 31,8, quella di Ancona 31,9 e quella di Pesaro Urbino 31,9. Nonostante quella picena sia la provincia più a sud delle Marche, è quella con l’età media delle mamme più alta: l’aspetto della collocazione non è indifferente, visto che a livello nazionale le province con le mamme più giovani sono tutte al Meridione: Siracusa e Crotone con 30,5 anni (la media europea è di 30,6), Catania e Caltanissetta con 30,6, Foggia con 30,7, Palermo e Napoli a 30,9 anni.