Cane morto folgorato a San Benedetto del Tronto. "Il mio Byron era un eroe. Voglio verità e giustizia"

Il labrador da soccorso è morto mentre il proprietario lo stava portando in giro: una zampa sulla botola di ghisa posta davanti a un palo dell’illuminazione pubblica e improvvisamente è rantolato a terra

San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), 2 marzo 2022 – Byron era un labrador da soccorso in superficie addestrato per fare ricerche di persone scomparse in ambienti impervi ed è morto folgorato, nel cuore della Riviera Picena delle Palme, mentre il proprietario Massimiliano Galletti lo stava portando, al guinzaglio per la solita sgambata serale, a poche centinaia di metri dall’isola pedonale di San Benedetto del Tronto. Byron ha messo una zampa sulla botola di ghisa posta di fronte a un palo dell’illuminazione pubblica e improvvisamente è rantolato a terra.

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Inutili i soccorsi del proprietario. Byron era un cane eroe delle Marche: generoso, forte coraggioso. Era stato acquistato una decina di anni fa da Massimiliano Galletti, membro della protezione civile e dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Il labrador aveva corso molti rischi nelle operazioni cui era stato condotto per collaborare al fianco della Protezione civile, dei vigili del fuoco e del Soccorso alpino con il quale vi è un protocollo nazionale tecnico di soccorso con l’Associazione Nazionale Carabinieri. Ne ricordiamo alcune: Monte Argentella, sui Sibillini, dove Byron ritrovò un escursionista 53enne di Fabriano, caduto su una parete rocciosa a Foce di Montemonaco. Dalla base non si riusciva a capire il punto in cui si trovasse, ma Byron, col suo fiuto infallibile, riuscì a guidare il conduttore sul posto, con immense difficoltà. Vi è poi il caso di un minorenne di Monteprandone (AP) fuggito di casa che Byron riuscì a scovare in un casolare dove il giovane si era rifugiato a causa del maltempo di quei giorni. Ha anche partecipato alle ricerche dei piloti dei tornado precipitati nelle gole tra Mozzano e Venarotta, sopra Ascoli Piceno. Tra gli interventi di Byron, anche le ricerche sulla Maiella, appennino abruzzese fra Chieti e L’Aquila, per cercare un uomo di Pescara che si era disperso nei boschi e poi nelle ricerche di Pietro Sarchié, nel Maceratese, in comune di Tolentino, dove fu rinvenuto il corpo di un pescivendolo sambenedettese ucciso a colpi di pistola.

Ripercorriamo la sera di domenica, quando Byron è rimasto folgorato. Su quel maledetto marciapiede siete sempre passati o era la prima volta?

"Era la prima volta – afferma Massimiliano Galletti – poiché di solito la sera facevamo tutt’altro itinerario. Domenica sera alle 20,30 siamo passati in quella via per tornare a casa dopo la solita passeggiata in centro".

Lei aveva il cane al guinzaglio e all’improvviso cosa ha visto?

"Ho sentito il cane che guaiva e che si era accasciato su di un lato. Poiché ci sono le transenne del cantiere, a tutto pensavo meno alla corrente elettrica. Ipotizzavo si fosse intrappolato in qualche filo di ferro e che era dolorante. L’ho preso per capire cosa stesse accadendo ed ho sentito una forte scossa elettrica. Ho subito realizzato e l’ho tirato via con forza. Purtroppo non c’è l’ha fatta e tutto si è svolto in una mangiata di secondi. Ho cercato di rianimarlo, ma era già morto".

Che cosa ha fatto subito dopo?

"In preda alla disperazione ho chiamato i carabinieri, che sono arrivati subito. Ho chiamato anche il veterinario che mi ha detto di portare il cane, all’indomani, nell’ambulatorio veterinario dell’Azienda Sanitaria Territoriale. I carabinieri hanno allertato i vigili del fuoco che sono intervenuti ed hanno rilevato la presenza della corrente elettrica attraverso il coperchio di ghisa del pozzetto".

Ora l’inchiesta. Byron adesso dov’è ?

"Dopo averlo portato all’ambulatorio veterinario di San Benedetto, mi hanno chiesto di trasferirlo nell’Istituto Zooprofilattico di Fermo per l’esame autoptico. Aspetterò gli sviluppi, poiché c’è di mezzo la Procura della Repubblica".

Pensa che ci sia stata la negligenza di qualcuno?

"Questo non lo posso dire perché non conosco, tecnicamente, cosa realmente è accaduto e sono altri a doversene occupare".

Come si sente dopo questa disgrazia?

"Mi si alternano momenti di incredulità per quello che è accaduto, momenti di rabbia e l’assurdità per com’è morto. Un cane che è stato un mio compagno di scalate in montagna con itinerari difficili percorsi con tecniche alpinistiche. Assicuravo il cane con le corde e facevamo salite importanti, come i canali sul versante sud del Monte Vettore durante l’inverno, come il Corno Grande sul Gran Sasso e tante passeggiate nei boschi, dove i pericoli sono sempre presenti. Vederlo morire in questo modo.... davvero non mi capacito. Byron è spirato tra le mie braccia. Oltre che un cane da soccorso era un mio compagno di avventure".

Acquisterà un altro Labrador da addestrare per tornare a fare ricerche di persone scomparse?

"E’ probabile. Ora mi restano altri due cani, una pastorina abruzzese non addestrata e un Bloodhound, cane molecolare, ancora operativo negli interventi di ricerche a persona. Comunque spero di avere un altro Labrador con la tempra e il carattere di Byron, il che non sarà facile".