Franco Mancini è il titolare della Pasticceria ‘La Favorita’ a Pagliare e riceverà l’Aquila d’Oro.
Franco, come sono stati questi anni da pasticcere?
"Duri, ma anche ricchi di soddisfazione. Mio padre aprì questa pasticceria nel 1971 quando tornò dalla Svizzera ed io ho iniziato già da piccolo a dare una mano. Nel tempo abbiamo trasformato la pasticceria abbinandoci anche un bar ma siamo sempre rimasti legati al modo di lavorare di una volta, alla nostra tradizione lineare. Facciamo anche prodotti innovativi perché la clientela è sempre più esigente ma alla base c’è il lavoro fatto come si faceva una volta, con le antiche ricette abbinate alla qualità della materia prima".
Una volta si andava in pasticceria la domenica, oggi?
"La domenica rimane il giorno in cu lavoriamo di più. Adesso però nel quotidiano serviamo ristoranti, facciamo torte per le feste di compleanno e la mattina a colazione si lavora tanto. Avendo anche il bar, in realtà lavoriamo sempre. Per fortuna ho l’appartamento sopra alla pasticceria e appena posso scappo a riposare. ‘La Favorita’ è diventata nel tempo un punto di ritrovo, dove si dialoga ci si incontra, si vedono le partite dell’Ascoli tutti insieme davanti alla tv e al di là della fatica, c’è il piacere di stare insieme. Il Covid ci ha dato una ‘piegata’ ma siamo stati bravi a resistere"
Premiato come pasticcere, ma qual è il dolce più buono che produce?
"La crema come una volta. Mi chiamano il ‘Re del Profiteroles’ ma la torta che vendiamo di più è la ‘Mimosa alla frutta’. La nostra forza sta nella gestione familiare con mia moglie Tiziana, mia figlia Cristina che mi dà una mano nelle decorazioni. Ho purtroppo perso mio figlio e per fortuna c’è mio fratello Benedetto con la moglie Marisa che gestiscono il bar. è un lavoro faticoso, poi basta un cliente che ti ringrazia e ti sorride e la fatica passa". v. r.