Soccorso alpino: un quarto degli interventi provocati da poca esperienza

I numeri del corpo nazionale per il 2023, in un anno 37 interventi nel Piceno, al secondo posto per numero di salvataggi: la maggior parte sono uomini tra i 20 e i 40 anni. Il presidente Porto: “Occorre massima prudenza”

Un intervento del Soccorso Alpino

Un intervento del Soccorso Alpino

Ascoli, 17 aprile 2024 –  Ascoli è al secondo posto in regione per numero di interventi di soccorso alpino, la maggior parte degli infortunati sono uomini tra i 20 e i 40 anni.

Nello scorso anno ci sono state in Italia 12.349 missioni di recupero ad opera del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, di cui solo l’1,2%, e quindi 153, nelle Marche.

Di queste, 38 si sono svolte nella provincia maceratese mentre 37 in quella ascolana.

Ascoli è dunque la seconda provincia in regione per numero di interventi dopo Macerata, che si estende però per 2.779 km quadrati, dunque più del doppio dei 1228 km quadrati della provincia ascolana. È questo quello che emerge dai dati del 2023 resi pubblici dal Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico in previsione della celebrazione dei 70 anni di attività.

Stando ai dati, gli interventi si sono resi necessari principalmente dopo una caduta o una scivolata, che ha causato il 45,9% dei soccorsi. Nel 25,5% dei casi la causa è stata l’incapacità durante l’attività svolta, mentre nel 12,1% un malore.

Seguono poi, con valori decisamente più contenuti, il maltempo (4,3%) e lo shock anafilattico (0,50%). In provincia l’escursionismo è l’attività che ha causato più feriti, seguito dal mountain biking e, al terzo posto, dal passaggio in ambiente impervio.

Per quanto riguarda i luoghi più pericolosi, i dati relativi agli interventi ad Ascoli evidenziano come il monte Vettore, il lago di Pilato e le gole del Garrafo siano i luoghi più insidiosi.

“Continuano ad essere numerose le richieste di aiuto al Soccorso alpino e speleologico Marche, sia per interventi di emergenza ed urgenza sanitaria, sia per escursionisti che perdono l’orientamento o che si trovano in difficoltà. Raccomandiamo quindi – sottolinea presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Marche, Tarcisio Porto -, massima prudenza, adeguata preparazione fisica ed un equipaggiamento consono all’attività da svolgere”.

Tarcisio Porto del soccorso alpino
Tarcisio Porto del soccorso alpino

Non tutti gli interventi, infatti, si concludono con un lieto fine: in 153 interventi in provincia sono state aiutate 226 persone, di cui però 10 sono decedute, ovvero il 4,4%.

Si tratta di una percentuale bassa, ma non inesistente. Sebbene vada sottolineato che il dato è in diminuzione rispetto al 2022, almeno a livello nazionale.

Anche per quanto riguarda le mensilità maggiormente operative, c’è una similitudine tra la situazione ascolana e il trend nazionale: maggio, giugno, luglio, agosto e settembre sono i mesi in cui sono registrati più casi di infortuni e malori. Va poi considerato che, nel clima attuale, variabile ed estremamente esposto ai disastri ambientali, non rari sono i casi di intervento sul territorio nazionale che richiede la partecipazione di tutte le unità.

È successo nello scorso anno con l’alluvione in Emilia Romagna e con la successiva in Toscana, ma anche con il soccorso in Turchia volto al recupero dello speleologo americano bloccato in una grotta a quota meno 1000 metri.

La sezione di Ascoli nello specifico ha da poco ricevuto la benemerenza civica per “avere svolto nel Comune di Ascoli, con esemplare impegno e grande dedizione, rilevante attività in occasione di situazioni emergenziali e di gravi criticità riferibili in particolare al soccorso in ambiente impervio”, come dichiarato dall’attestato consegnato qualche giorno fa dal sindaco Marco Fioravanti. La sezione, al momento conta sulle capacità dei 27 membri, tra i quali si annoverano 4 infermieri.