La battaglia del vino: Montepulciano vietato, imprenditori furiosi

Antonio Cocci ed Emanuel De Angelis: "Non siamo solo noi del Piceno a essere danneggiati da questa decisione. L’Abruzzo non può pensare di averla vinta, la strada è lunga"

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Ascoli, 25 novembre 2023 – Continuano incessanti le proteste delle aziende vitivinicole picene dopo che il Ministero dell’Agricoltura ha deciso di reintrodurre nel Registro Nazionale della Vite, accanto al termine Montepulciano, il suo sinonimo Cordisco. Le aziende che non hanno sede in Abruzzo, insomma, potrebbero non avere la possibilità di utilizzare il nome ‘Montepulciano’ sulle loro etichette.

"Ho letto le dichiarazioni rilasciate al Carlino dall’imprenditrice Angela Velenosi – ha ammesso Antonio Cocci, titolare dell’azienda Tenute del Borgo a Cossignano – e sono in linea con il suo pensiero. La definirei la solita miopia italiana, perché noi italiani abbiamo una spiccata capacità per farci male tra noi, di farci concorrenza fra noi, di metterci uno contro l’altro tra paesi vicini, province confinanti e regioni attigue. Se si avesse la forza e la voglia di girare un po’ il mondo e promuovere i nostri vini ci si accorgerebbe che i produttori degli altri Paesi si aggregano per conquistare mercati, si aggregano per avere aiuti dai propri Paesi per aumentare le loro fette di mercato, per essere un’unica forza commerciale. Noi sprechiamo energie su ‘Non problemi’. Sono reduce dalla Fiera del Vino a Shanghai e dalla Cina si ha una visione decisamente diverse di quello che accade qui in Italia. Lo dico da anni e questa del ‘Cordisco’ è la dimostrazione che il nostro modello istituzionale e di rappresentanza è superato, non più al passo con i tempi, con una economia globale, ed è solo a servizio di pochi che spesso hanno comportamenti lontanissimi dalla tutela del prodotto e dei produttori, e soprattutto del Made in Italy".

Dello stesso parere anche Emmanuel De Angelis dell’azienda vitivinicola ‘Il Conte Villa Prandone’ a Monteprandone: "Non so davvero come andrà a finire questa ‘battaglia’ del Montepulciano – ha dichiarato – ma di certo non siamo soltanto noi imprenditori del Piceno ad essere danneggiati da questa decisione del Ministro Francesco Lollobrigida. Questa estate sono stato in Toscana e c’erano aziende che producono vino Nobile Montepulciano che sono pronte a scendere in piazza per difendere la loro tradizione. L’Abruzzo non può pensare di averla vinta. Il nostro ‘Conte Rosso’ fatto di uve Sangiovese e Montepulciano è genericamente chiamato Rosso Piceno Dop, il nostro ‘Marinus’ è un Rosso Piceno Superiore Dop sempre con uve Sangiovese e Montepulciano, il nostro ‘Zipolo’ è un Marche Igp Rosso con le stesse uve e una piccola percentuale di Merlot e infine ‘Lu Kont’ Marche Rosso Igp, è realizzato con uve di Montepulciano in purezza al 100%. Voi pensate che potrei sostituire la denominazione Montepulciano con il nome ‘Cordisco’ che non conosce nessuno? Impossibile. Se mai passerà questa linea e che la denominazione potrà essere usata solo dalle cantine abruzzesi, e non ci credo finche non lo vedrò, sulle etichette metterò un generico ‘uve prodotte nel territorio Piceno’, ma non certo ‘Cordisco’".