Archivio di Stato a Bologna si apre alla città: “Venite a scoprire il tesoro di tutti”

Per la 150esimo anniversario dell’istituzione, a cominciare dall’apertura del Chiostro dei Celestini con varie iniziative che vi si svolgono

Da sinistra: Candida Carrino, Antono Tarasco ed Elena di Gioia (foto Schicchi)

Da sinistra: Candida Carrino, Antono Tarasco ed Elena di Gioia (foto Schicchi)

Bologna, 18 aprile 2024 – L’Archivio di Stato di Bologna si apre alla città nella ricorrenza del suo 150esimo anniversario dall’istituzione. Proponendo un ricco calendario di iniziative e mettendo a disposizione del suo pubblico e di tutti i cittadini uno spazio nuovo o, meglio, ritrovato come il Chiostro dei Celestini. Questo anniversario pone l’accento sul fatto che luoghi come gli archivi storici, all’apparenza accessibili a pochi, in realtà siano un tesoro comune.

Infatti, come sottolinea la Direttrice ad interim dell'Archivio di Stato di Bologna, Candida Carrino: “L’archivio deve diventare un luogo di incontro. La vocazione degli archivi di stato è quella di conservare la storia tramite i documenti, ecco che quindi vediamo questo luogo frequentato principalmente dagli addetti ai lavori. A partire da questo momento intendiamo invitare tutta la cittadinanza a venire a trovarci. La novità dell’apertura del Chiostro dei Celestini e delle iniziative che lo vedono come scenario, hanno proprio lo scopo di avvicinare i cittadini alla realtà dell’Archivio di Stato di Bologna”.

Le iniziative, che andranno dalle mostre fotografiche e documentarie agli spettacoli teatrali, dai percorsi immersivi ai laboratori didattici, vedranno il sostegno e il coinvolgimento attivo di numerosi sostenitori, Istituzioni patrocinatrici e media partner e si svolgeranno nel corso di un intero anno, a partire dalla primavera. L'intento è appunto quello di rivolgersi a un ventaglio di diversi pubblici, non solo a quello specialistico, rivolgendo un'attenzione speciale ai più giovani per cui saranno pensati degli eventi ad hoc.

Inoltre, tutte le iniziative saranno gratuite. Per i bolognesi, inoltre, si trattava di un approdo importante per quel patrimonio di memorie cittadine, disperso e ora finalmente riunito nei locali dell'antico Ospedale della Morte (all'angolo tra via dell'Archiginnasio e via de' Musei), dove si concentravano - oltre alle carte del neonato Archivio di Stato - anche i volumi della Biblioteca dell'Archiginnasio e i cimeli del Museo Civico. “Un grazie lungo 150 anni per la volontà e l’impegno di conservare le fonti della nostra storia – sorride Elena Di Gioia, Delegata alla cultura di Bologna –. Credo che questo anniversario testimoni l’importanza degli archivi e soprattutto l’importanza di tutte le persone che vi operano. Questo progetto inoltre entra a far parte del ‘quadrilatero della cultura’ che, abbracciando piazza Maggiore, punta ad impreziosire ulteriormente la zona più centrale della città”.

E poi, Claudio Leombroni, responsabile Servizio biblioteche e archivi musei e beni culturali della Regione Emilia Romagna: “Questo tipo di relazioni tra archivio e istituzioni andrebbe esteso anche agli altri contesti, perché il nesso storia-istituzioni non andrebbe mai perso di vista. Proprio per questo gli archivi sono indispensabili, sono i custodi della memoria e, il fatto che il nostro archivio sia giunto al 150esimo anno di attività, ne è la testimonianza”.

L'intera iniziativa gode del Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri, ulteriore medaglia e segnale di quanto questo ‘compleanno’ sia importante, in conclusione il Direttore generale Archivi del Ministero della Cultura, Antonio Tarasco: “Gli archivi presentano un duplice profilo di interesse, in primis il loro contenuto, le testimonianze che contengono sono fondamentali e tutt’ora utilizzatissime per studi e progetti, in secondo luogo, le sedi storiche che, in Italia e a Bologna, grazie alla loro bellezza e rilievo, diventano i perfetti ‘contenitori’ di tutto questo sapere. Rinnovando l’invito a visitare gli archivi poniamo quindi l’accento a scoprire un patrimonio troppo spesso ‘dimenticato’”.

Il progetto è patrocinato da: Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna, la Città metropolitana di Bologna e conta moltissimi partner, tra cui l’Università di Bologna, Architetti Bologna, Fondazione Guglielmo Marconi, Fondazione del Monte, Gruppo Hera, Fondazione MAST, Farmacia Cooperativa e molti altri. I media partner sono QN - il Resto del Carlino, Rai Cultura, Rai Storia, Rai Emilia-Romagna.

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