
Bologna, 23 novembre 2024 – “Evaporato in una nuvola rossa”. Citando ‘Amico Fragile’ di Fabrizio De André, inizia la camminata sui 30mila metri quadrati, all’interno di quattro reparti della Fiera, riservati al Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti, che si troverà da oggi fino a lunedì nello spazio fieristico a Bologna.
In questo luogo comincia il racconto di ha trasformato la passione per il vino nel proprio lavoro, ovvero gli operatori. Così, i padiglioni 28, 29, 30 e 36 si trasformano in strade della città e gli stand, posti uno affianco all'altro, rappresentano gli abbaglianti lampioni di una carreggiata, dove grazie ai vignaioli è possibile sostare e assaggiare ogni volta una diversa specialità vinicola.
Al taglio del nastro la sensazione è sin da subito che l’edizione 2024 sarà superiore a quella dello scorso anno e lo certificano anche i primi numeri di giornata: oltre mille vignaioli italiani (+23 rispetto al 2023), due delegazioni straniere e 32 olivicoltori indipendenti nella tre giorni di festa più importante per i vignaioli italiani.

Anche quest'anno, infatti, l’evento ha raccolto numerose adesioni tra i cittadini e gli operatori e sono più di 8mila i vini in assaggio.
I sorrisi accompagnano la bevuta responsabile e le storie di ciascuno dei viticoltori rendono più saporito il prodotto che si sta gustando.
La percezione è quella di star assaporando una storia, più che un vino, ed è questo a rendere grandioso questo prodotto, un’eccellenza locale, regionale, nazionale e mondiale.
Vignaioli indipendenti, il programma
Al via oggi anche le tradizionali masterclass, con sei incontri che arricchiranno il programma. Realizzati in collaborazione con Alma, il più autorevole centro per l'alta formazione in cucina e nell'ospitalità italiana a livello internazionale, le lezioni targate Fivi – Federazione italiana vignaioli indipendenti, avranno come filo conduttore il tema ‘tempo e generazioni’, attraverso il racconto dei vignaioli.
Saranno loro a guidare la degustazione di alcune peculiarità dell'enologia italiana: dal Franciacorta al Sagrantino, dal Cannonau al Vinsanto.

La sesta masterclass, è a cura della Fioi – Federazione italiana olivicoltori indipendenti, ed è interamente dedicata all’olio, tra verità e falsi miti. Inoltre, è stato assegnato il premio ‘Vignaiolo come noi’ al capitano della Virtus e campione Nba Marco Belinelli, e il ‘Vignaiolo dell’anno’ a Sergio Mottura; ed è confermata la collaborazione con Confcommercio Ascom Bologna e Amo - Associazione mescitori organizzati.
In particolare, anche questa sera, il clima di festa contagerà 60 locali cittadini attraverso il ‘Fuori Mercato’ e ‘La notte bianca della ristorazione’, che prevede l’apertura delle cucine aderenti all'iniziativa fino alla mezzanotte.
"Il vino protagonista nella capitale della gastronomia”
"Bologna si sta facendo notare anche all'estero con espositori da tutta Europa”, apre Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, sorseggiando, al taglio del nastro, un calice di vino bianco. Presenti anche Sangiovese, Rosso Bologna, Barolo e Lagrein. Questi quattro sono i vini più apprezzati da Giancarlo Tonelli, direttore generale Confcommercio Ascom Bologna. “Il vino è cresciuto tanto nelle nostre attività perché è un elemento che sempre più dialoga col cibo. Ed essendo Bologna capitale della gastronomia, il buon bere qui trova terreno fertile”.
Dopo il grande successo del 2023, il consiglio di Lorenzo Cesconi, presidente Fivi, è quello di "cogliere l’occasione per assaggiare produzioni presenti solo in Fiera. Nel nostro mondo ogni vino è adatto a un’occasione diversa”.

Insieme a Fivi, come detto, è presente una delegazione di 32 olivicoltori, “i nostri cugini di campagna”, li definisce Cesconi.
“I vignaioli sono vitali – racconta Alessio Mammi, assessore regionale Agricoltura e Agroalimentare -, il settore è stato colpito dall’aumento dei prezzi, problemi di consumi e il cambiamento climatico. Loro hanno resistito e rappresentano per noi un punto di riferimento perché puntano alla qualità".
Arriva anche Daniele Ara, assessore comunale all’Agricoltura e Agroalimentare. "Bene che si trovi il Chianti o il Prosecco, vorremmo, però, che i ristoratori proponessero anche le specialità di Bologna perché sono buone e migliorano di anno in anno”.