DONATELLA BARBETTA
Cronaca

Ausl, allarme personale "Tra infermieri e tecnici hanno lasciato in cento negli ultimi tre mesi"

I sindacati: "Gli operatori sanitari finora non sono stati sostituiti". L’analisi della situazione: su 96 uscite, i pensionamenti sono 39 .

Ausl, allarme personale  "Tra infermieri e tecnici  hanno lasciato in cento  negli ultimi tre mesi"

Ausl, allarme personale "Tra infermieri e tecnici hanno lasciato in cento negli ultimi tre mesi"

di Donatella Barbetta

"Avevamo lanciato l’allarme poco più di una settimana fa e adesso arrivano le conferme ufficiali: sono 96 le cessazioni, senza sostituzioni, di operatori sanitari nell’Azienda Usl dallo scorso 31 maggio al 26 agosto", attaccano Marco Pasquini, segretario generale della Fp Cgil, e Gaetano Alessi, responsabile del comparto sanità Fp Cgil.

Dalle stime dei due sindacalisti sarebbero 150 i professionisti che verrebbero fino a dicembre. "Ed è solo l’inizio, perché se continuerà a non essere coperto il turn over entro fine anno saranno a rischio i servizi per i cittadini, oltre che il benessere lavorativo dei lavoratori della sanità, che saranno sempre più stimolati ad andare via. Noi siamo in mobilitazione perenne con obiettivo la manifestazione del 7 ottobre a Roma, ma serve che tutta la comunità si faccia sentire. Senza operatori non c’è sanità. Ed è un danno per tutti, specialmente per chi è più debole".

Tra i 96 che hanno lasciato, 39 sono pensionamenti e 57 vengono classificate come uscite verso ’altro’, ossia i dipendenti del comparto possono avere scelto altre Aziende sanitarie e magari essersi avvicinati ai luoghi d’origine, specialmente per quelli provenienti dal sud, oppure altre occupazioni. Tra le varie mansioni, ecco gli addi più numerosi: 40 infermieri, di cui 10 per pensionamento e 30 per ’altro’, 4 infermieri senior, 11 operatori socio sanitari con 4 pensionamenti e 7 destinazioni ’altro’, 5 tecnici di laboratorio biomedico, 4 ostetriche, 5 collaboratori amministrativi, 4 assistenti amministrativi, 4 educatori professionali, 2 assistenti sociali, 2 fisioterapisti, 2 logopedisti, 2 operatori tecnico-centralinisti, un ausiliario, un tecnico di neurofisiopatologia e altri operatori tecnici.

Secondo Michele Vaira, segretario aziendale della Cisl Fp, "in Ausl c’è un fuggi fuggi del personale del comparto, soprattutto infermieri e oss, non contenti per l’organizzazione in atto e per la carenza del personale del turn over che non viene sostituito. A inizio anno l’Ausl ci aveva comunicato che il 50% del turn over non sarebbe stato sostituito, ma oggi la situazione è ancora più grave perché si arriva addirittura all’80% - 90% e lo vediamo dai doppi turni e dai rientri dai riposi che il personale fa già da parecchi mesi tanto che nell’incontro trattante di giugno scorso la Cisl Fp aveva già denunciato queste criticità alla direzione del comparto".

Massimo Aufieri, responsabile Uil-Fpl per l’Ausl, alle difficoltà del turn over aggiunge "la mancanza di una programmazione".

Si registra, intanto, un rallentamento nella trattativa tra sindacati dei medici di medicina generale e la Regione sul tema Cau, i centri assistenza in urgenza dove saranno accolti i codici bianchi e verdi. Salvatore Bauleo, segretario provinciale Fimmg, dopo l’incontro dell’altro giorno, ribadisce che " i professionisti che saranno impegnati nei Cau non dovranno provenire dalla continuità assistenziale (guardia medica, ndr), ossia non si potranno creare i Cau riducendo il personale o le sedi della continuità assistenziale". Luca Baldino, direttore generale cura della persona, salute e welfare della Regione ammette che "nel corso dell’incontro si è preso atto di alcune criticità, relative all’applicazione del recente accordo sulla continuità assistenziale, evidenziate dai sindacati. In sintonia con le organizzazioni sindacali, si è stabilito di comune accordo di prendere qualche giorno per mettere a punto un insieme di soluzioni che consentano di superare tali criticità. Il prossimo incontro, conseguentemente, è già stato fissato per il 13 ottobre".

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