Bio On: via al processo a Bologna, richieste da altre 100 parti civili

Il totale supererà così 1.700: le difese hanno chiesto di valutarle per individuare eventuali ostacoli. A dicembre si discute anche della citazione di Pwc come responsabile civile, a garanzia di risarcimento

Castel San Pietro (Bologna), 19 novembre 2022 - Più di cento nuove parti civili vorrebbero costituirsi nel processo sul crac di Bio On, dopo le oltre 1.600 già palesate in udienza preliminare.

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l’ex presidente e socio fondatore di Bio On, Marco Astorri
l’ex presidente e socio fondatore di Bio On, Marco Astorri

È il bilancio della prima udienza dibattimentale del processo sul crac di Bio On, la start up di bioplastiche fallita nel 2019 dopo avere superato il miliardo (1,3) di euro di valore in Borsa.

Ieri l’aula bunker della Dozza ha ospitato i legali rappresentanti delle parti, davanti al giudice domenico Pasquariello. Tra gli altri, in aula per le parti civili gli avvocati Alessandro Gamberini, Salvatore Tesoriero, Paola Cagossi, Federico Fischer. Assenti i nove imputati: l’ex presidente e socio fondatore di Bio On, Marco Astorri, difeso dal professor Tommaso Guerini; il suo vice, Guido Cicognani; il presidente del collegio sindacale Gianfranco Capodaglio, il revisore dei conti di Pwc Gianni Bendandi e i membri del collegio Vittorio Agostini, Pasquale Buonpensiere, Vittorio Folla, Gianni Lorenzoni e Giuseppe Magni. Le accuse, a vario titolo, sono di bancarotta fraudolenta, manipolazione del mercato e tentato ricorso abusivo al credito.

Non è detto che saranno ammesse tutte le richieste di parte civile: le difese hanno chiesto i termini per valutarle ed eventualmente depositare richieste di esclusione. Per alcune posizioni si ipotizzano ostacoli di natura formal e. L’udienza è stata rinviata quindi al 7 dicembre prossimo: in quella sede sarà affrontato pure il tema della citazione del responsabile civile. In sostanza, si tratterebbe di coinvolgere nel processo la società Pwc (unica rimasta in causa dopo il patteggiamento del revisore di Ernst & Young, Alberto Rosa); la società, in quel caso, dovrebbe di fatto rendersi garante di parte del risarcimento dei danni subiti dalle parti offese.

Bio On, come è noto fallì dopo l’inchiesta della Guardia di finanza coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Caleca e dal sostituto Michele Martorelli, innescata dal report del fondo speculativo Quintessential che lo definì "un castello di carta destinato al collasso, nuova Parmalat a Bologna". Proprio nei giorni scorsi, i curaturi incaricati dal tribunale Antonio Gaiani e Luca Mandrioli hanno annunciato il loro parere favorevole alla proposta di concordato presentata dalla Maip, azienda piemontese del settore dei polimeri, che a settembre mise sul piatto 17 milioni per rilevare tutto il pacchetto della ex start up unicorno, compresi gli attivi e l’impianto di Castel San Pietro, dopo numerose aste andate deserte. Ora la palla è in mano ai creditori, che entro i primi di dicembre dovranno dare il loro parere riguardo all’ingresso di Maip al vertice dell’impresa.

 

 

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