
L’équipe di Radiologia interventistica dell’Ospedale Maggiore guidata da Michele Imbriani ha eseguito con successo il primo intervento di crioablazione contro un nodulo polmonare
Bologna, 22 dicembre 2024 – Un intervento di crioablazione su di un nodulo polmonare maligno è stato eseguito per la prima volta a Bologna, all’ospedale Maggiore, dall’équipe di Radiologia interventistica diretta da Michele Imbriani.
La crioablazione è una tecnica mininvasiva, che rappresenta un’opzione terapeutica altamente innovativa per il trattamento di neoplasie.
Grazie all’utilizzo di immagini attraverso la Tac, è possibile guidare con estrema precisione un ago sottile direttamente nel tessuto tumorale.
Una volta posizionato, l’ago raggiunge temperature estremamente basse, inferiori a -40 gradi, congelando le cellule maligne e inducendone la morte.
Il processo sfrutta il principio dell’ablazione termica mediante freddo, che non solo distrugge il tumore, ma riduce anche significativamente il dolore per il paziente grazie all’effetto anestetizzante del freddo stesso.
Un intervento rivoluzionario per la tecnica, ma anche per le ridotte conseguenze a livello di dolore e degenza sul paziente, nonostante si tratti di intervenire su di una patologia oncologica qual è un nodulo maligno a un polmone: è la crioablazione.
Qualcosa che si vede per la prima volta a Bologna: “Sul polmone sì, è la prima volta. Ma trova applicazione anche nei tumori del fegato e del rene, ma ha tanti altri ambiti di applicazione”, spiega Antonio Bruno, che fa parte dell’équipe di Radiologia interventistica dell’Ausl di Bologna, diretta Michele Imbriani.
Il paziente sul quale è stata effettuata come sta?
“Si tratta di un uomo di circa 80 anni, che aveva avuto in passato un tumore al polmone, per il quale aveva subito un intervento. Poi è spuntato questo nodulo polmonare, con il paziente abbiamo valutato che questa potesse essere una tecnica mininvasiva, meglio tollerata, anche perché non viene fatta in anestesia generale. Per questo primo intervento ci siamo avvalsi dell’aiuto degli anestesisti per una blanda sedazione, ma in teoria non ce ne sarebbe bisogno. L’intervento è stato fatto in collaborazione con l’équipe di Chirurgia toracica”.
Può spiegare di cosa si tratta?
“La crioablazione è una tecnica che uccide le cellule tumorali mediante il freddo. L’ago raggiunge una temperatura di meno 40 gradi, le cellule si distruggono, naturalmente l’ago viene posizionato sul nodulo e pochi millimetri adiacenti per evitare residui tumorali”.
Avete altri pazienti che dovete sottoporre a questo tipo di intervento?
“Al momento non sul polmone, anche perché ci sono le feste di Natale, ma poi bisogna anche che i medici sappiano che esiste questa tecnica, altrimenti non ci mandano i pazienti. Siamo molto soddisfatti di avere effettuato questo intervento, nonostante abbiamo ranghi ridotti, visto che un collega recentemente si è licenziato. Ma ce la mettiamo tutta, siamo pieni di entusiasmo: aiutare le persone è la nostra missione”.
Quanto è durato l’intervento?
“L’intervento è durato circa un’ora ed eliminando la necessità di anestesia generale e intubazione si riduce notevolmente il rischio di complicanze post-operatorie. E c’è un recupero molto più rapido”.
Per quanto tempo è stato in ospedale il paziente?
“L’intervento è stato mercoledì scorso e dopo 24 ore è andato a casa, tranquillamente sulle sue gambe”. Complessivamente, ogni anno, la Radiologia interventistica esegue circa 1500 interventi tra procedure in emergenza salva vita e procedure in elezione (tra queste: arteriografie diagnostiche,sclerosi di varicoceli maschili e femminili, biopsie in pazienti oncologici, tromboaspirazioni in embolie polmonari severe).