ANDREA BONZI
Cronaca

Dopo le multe annullate, il Comune dà battaglia: “Impugniamo le sentenze. E non spegneremo i velox”

L’assessore Campaniello annuncia: "Pronti a fare appello contro i giudici di pace fino in Cassazione. Manca ancora una normativa nazionale sull’omologazione". La consigliera Larghetti: "Non rischieremo morti in strada, gli enti ricorrano"

Dopo le multe annullate, il Comune dà battaglia: “Impugniamo le sentenze. E non spegneremo i velox”

Bologna, 25 febbraio 2025 – "Il Comune di Bologna andrà fino in fondo. Appelleremo le decisioni dei giudici di pace, se serve arrivando fino in Cassazione. Lo faremo recependo, peraltro, le stesse indicazioni del Ministero dell’Interno che, fornisce indicazioni riportando un parere dall’avvocatura generale dello Stato, proprio per affrontare i giudizi in corso in attesa di una soluzione legislativa".

L’assessore Campaniello annuncia: "Pronti a fare appello contro i giudici di pace  fino in Cassazione. Manca ancora una normativa nazionale sull’omologazione".  La consigliera Larghetti: "Non rischieremo morti in strada, gli enti ricorrano"
L’assessore Campaniello annuncia: "Pronti a fare appello contro i giudici di pace fino in Cassazione. Manca ancora una normativa nazionale sull’omologazione". La consigliera Larghetti: "Non rischieremo morti in strada, gli enti ricorrano"

Così, Michele Campaniello, assessore alla Nuova mobilità e infrastrutture, annuncia che l’amministrazione impugnerà le sentenze dei giudici di pace che stanno annullando molte multe ’staccate’ dai velox perché manca ’l’omologazione’ degli apparecchi.

L’ultimo caso, riportato ieri da il Resto del Carlino, quello di un cittadino difeso dall’avvocato Federico Di Capua, che si è visto cancellare due sanzioni prese su viale Togliatti lo scorso 5 agosto. Oltre a essere esentato dal pagamento di 235,45 euro a sanzione, il cittadino ha viste rimborsate anche le spese legali (182 euro), a carico del Comune. Due settimane fa il nostro giornale aveva dato notizia di altri 25 ’verbali’ cancellati, il punto a favore del ricorrente è sempre lo stesso, la sentenza n.105050/24 della Corte di Cassazione: non basta l’approvazione del dispositivo, ma serve l’omologazione prescritta dal Codice della strada.

Una procedura che, però, a livello nazionale non è ancora codificata: dunque, nessun autovelox è ’omologato’. Per evitare una valanga di ricorsi (e annesso rischio stangata alle casse di palazzo D’Accursio annesso), Francesco Sassone (FdI) era stato il primo a chiedere lo spegnimento degli autovelox, oggi ribadito con un documento dai meloniani in Comune. Una soluzione che la giunta respinge con forza.

"Trovo irresponsabile chiedere di spegnere gli autovelox della città, che sono innanzitutto un presidio per la sicurezza dei cittadini – ribatte Campaniello –. Queste affermazioni sono tanto più gravi perché arrivano da esponenti del partito di governo, che dovrebbe preoccuparsi della risoluzione di un problema non creato dal Comune di Bologna, che nulla può contro la mancanza di norme nazionali per l’omologazione. Un problema che non riguarda solo noi, ma tutte le amministrazioni italiane, senza distinzione di colore politico, oltre che agenzie, enti e articolazioni dello Stato".

Il nodo è la differenza tra ’approvazione’ e ’omologazione’: una recente circolare del Ministero dei trasporti prospetta l’identità tra i due termini, ma per chiudere la questione lo stesso Mit sta lavorando insieme all’Anci a un "decreto" che sanerebbe tutti i dispositivi dal 2017 ad oggi. Elementi ricordati a FdI da Campaniello, che rispedisce al mittente le critiche: "Credo che a nessuno sfugga cosa voglia dire privare le strade di ogni presidio di controllo sulla velocità eccessiva, tra le principali cause di morte in strada. È una questione di tutela della vita delle persone".

Palazzo D’Accursio, poi, non sarà probabilmente l’unico Comune a impugnare i ricorsi: la consigliera metropolitana Simona Larghetti, infatti, aveva spronato la risposta delle amministrazioni del territorio: "Gli enti locali devono opporsi a questi ricorsi. Non ci possiamo permettere un prezzo di sangue sulle strade, con il messaggio che nessuno controlla e ognuno può fare quello che vuole. Oppure il ministero ci dica che non possiamo più fare multe con gli autovelox".