FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Esplosione a Suviana, un mese dopo: che cosa sappiamo sulla tragedia

Luci e ombre dell’incidente alla centrale di Enel Green Power in Appennino, avvenuto il 9 aprile scorso

Bologna, 9 maggio 2024 – Era il 9 aprile, poco dopo l’ora di pranzo. L’attività di collaudo al ’gruppo 2’ di generazione della centrale idroelettrica di Enel Green Power a Bargi, frazione di Camugnano affacciata sul lago di Suviana, è in corso. All’improvviso, qualcosa va storto.

Un rumore ‘assordante’, racconteranno i sopravvissuti, giunge dall’alternatore, al piano -8 della centrale, circa 40 metri di profondità. Poi, il boato. E la fiammata.

I lavoratori ai piani più alti riescono a guadagnare la fuga, anche se sette di loro rimarranno feriti, alcuni anche gravemente.

Tre colleghi muoiono sul colpo e iI loro corpi verranno subito estratti dai soccorritori, mentre serviranno quasi tre giorni per recuperare quelli degli altri quattro, nella centrale allagata. L’inchesta per disastro, omicidio e lesioni colposi, per ora senza indagati, è in corso.

Un momento dei soccorsi da parte dei sommozzatori alla centrale idroelettrica sul lago di Suviana, un mese fa
Un momento dei soccorsi da parte dei sommozzatori alla centrale idroelettrica sul lago di Suviana, un mese fa

L’orrore: sette vittima innocenti

Sette vite straziate. Sono quelle delle vittime dell’esplosione della centrale di Bargi. Erano impegnati nel collaudo della turbina ai piani -8 e -9 quando è accaduto l’irreparabile. Erano Adriano Scandellari, 57 anni, residente a Ponte San Nicolò (Padova), dipendente di Enel Green Power da poco insignito con la Stella al merito per il lavoro dal presidente Mattarella; Paolo Casiraghi, milanese di 59 anni, tecnico della ditta Abb; Alessandro D’Andrea, 37, di Forcoli (Pisa), dipendente della Voith; Vincenzo Garzillo, napoletano di 68 anni, per Lab Engineering; Mario Pisani, tarantino di 73 anni, ex dipendente Enel e all’opera come ’super esperto’ alla guida della sua Engineering automation, per cui lavoravano anche Pavel Petronel Tanase, 45, romeno residente nel Torinese, e Vincenzo Franchina, 36, messinese, papà da pochi mesi. Sette i feriti: tra i più gravi, Leonardo Raffreddato, ancora all’ospedale Bufalini di Cesena; Sandro Busetto, 59 anni, e Stefano Bellabona, 54, gravemente ustionati.

L’allagamento e la paratia bloccata

L’acqua nella centrale continua a salire. Presto sarà pressoché a livello con quella del lago: allora i sommozzatori s’immergeranno per chiudere manualmente la paratia rimasta bloccata semiaperta e da cui l’acqua continua a entrare.

Dopo di che inizierà l’attività di svuotamento, a cura di Enel, che con tutta probabilità si servirà di un sistema modulare di aspirazione e filtraggio dell’acqua, che verrà prelevata, ripulita e subito reintrodotta nel bacino di Suviana, si spera entro fine luglio.

Le Scada, scatole nere per la verità

Due ‘scatole nere’ potrebbero presto dare informazioni utili sull’incidente. Sono le Scada (sistemi di supervisione, controllo e acquisizione dati) legate ai due gruppi di generazione della centrale. Il ’gruppo 1’ è quello il cui collaudo, eseguito poco prima dell’altro dalle stesse persone, era filato liscio; il 2 è quello tragicamente esploso.

Il confronto tra i dati raccolti dai due sistemi, ora in mano ai consulenti della Procura, potrebbe svelare qualcosa in più sulle cause dell’accaduto.

Le ipotesi: l’alternatore ‘sbilanciato’

L’ipotesi più accreditata sulle cause dell’incidente, in questa primissima fase, è che l’alternatore, macchinario del peso di oltre cento tonnellate collegato alla turbina da cuscinetti a olio, sia andato fuori giri durante il collaudo e si sia sbilanciato. Proprio da questi cuscinetti e dall’olio lubrificante che contengono potrebbe essere divampata la fiammata. E lo scoppio dell’alternatore potrebbe così avere causato l’esplosione letale, che ha comportato ustioni anche molto gravi ai lavoratori sopravvissuti. Per ora però non ci sono certezze: di più si potrà sapere dopo il sopralluogo dei ’super periti’ della Procura sul posto, una volta che sarà liberato dall’acqua.

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