Bologna, 12 giugno 2023 – Sono passati 40 anni dalla morte di Francesca Alinovi, la critica d’arte e insegnante di Estetica al Dams, arcinota nel suo ambiente e non solo per lo stile innovativo e sopra le righe. La mattina del 15 giugno del 1983 Alinovi venne trovata senza vita nel suo loft in via del Riccio 7 a Bologna. Era morta dissanguata tre giorni prima, il 12 giugno, in seguito a 47 coltellate di cui solo una, quella alla gola, fu per lei fatale.
Le tracce di sangue ritrovate su un interruttore sulla scena del crimine condussero fin dal primo momento a Francesco Ciancabilla. Un pittore all'epoca 24enne, nonché allievo e amante di Alinovi. Fin da subito Ciancabilla si dichiarò innocente e in primo grado i giudici decisero di assolverlo per mancanza di prove concrete. Ma appena un anno dopo il giudizio venne ribaltato dalla Corte d'Appello che condannò Ciancabilla a 15 anni poi confermati in Cassazione.
Il presunto assassino decise allora di scappare in Spagna, dove trascorse 10 anni da latitante per sfuggire a una condanna da lui stesso ritenuta ingiusta. Sarà arrestato solo nel 1997 e resterà in carcere fino al 2005.
Ad oggi, dopo 40 anni, Ciancabilla ha 64 anni e continua a ripetere di essere innocente. Si definisce un "artista, traduttore, insegnante di lingue e globetrotter" ed espone le sue opere in tutta Italia e all'estero. Una di queste l'ha anche dedicata a Francesca. Nel 2015, infatti, tra i suoi dipinti alla mostra 'One Hundred Women' al Pratello, espose un ritratto di Alinovi che suscitò presto numerose polemiche. Tuttavia le prove che avrebbero permesso di incastrare Ciancabilla non sono mai state rianalizzate, ma le sentenze passate in giudicato hanno scritto una storia di colpevolezza definitiva.
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