
Teresa Pintori, preside dell’istituto Aldrovandi Rubbiani
Bologna, 2 febbraio 2022 - Qualcuno sta già preparando le valigie e qualcun altro lo sta pensando in attesa che l’epidemia allenti la morsa e si esca dalla zona gialla. Infine c’è chi resterà comunque a casa, ma appena può qualche gita sul territorio, avendo come meta le realtà con cui ha siglato il patto di comunità, l’ha messa in agenda. A febbraio, le scuole ragionano sulle gite che il Covid ha bloccato.
Primi a partire, con gli sci appresso, sono 150 studenti (con booster e Green pass) dell’istituto Aldrovandi Rubbiani. Su turni di tre giorni, dal 21 al 26 febbraio, gli sciatori scenderanno dal Cimone. Il periodo scelto coincide con la settimana di fermo della didattica: un periodo in cui chi non ha lacune va in gita, partecipa a laboratori di fumetto o visita mostre. Gli altri? Frequentano corsi di recupero. "I ragazzi hanno voglia di andare. Abbiamo limitato la gita sul Cimone alle terze e alle quarte, ma se l’avessimo lasciata libera, avremmo ricevuto almeno altre 80 richieste – rivela la preside Teresa Pintori –. I ragazzi hanno voglia di normalità: non vogliono più sentire parlare di Covid, quarantene e vaccinazioni".
All’Itc Salvemini, tutto era pronto per ’SciAmo’: 40 studenti di quarta, sempre con gli sci, a Sestola grazie al contributo della Regione che, grazie ad un progetto educativo sugli stili di vita, rende la sciata gratuita. "Vediamo cosa succede – spiega il preside Carlo Braga –. Dovevamo partire il 30 gennaio, ma a causa della pandemia abbiamo rimandato a marzo. Se la situazione è sotto controllo, partiamo".
Ovvio che i ragazzi devono essere coperti con la dose booster e con il Green pass. Alle gite, l’Iis Belluzzi Fioravanti "ci ha più che pensato. Poi a dicembre sono scattate le limitazioni e abbiamo sospeso tutto", ricorda il preside Edoardo Soverini. Di fatto nell’istituto di via Cassini, si era arrivati alla fase del bando di gara: "Non abbiamo fatto gite. Facciamo lo slalom tra i provvedimenti". Certo in linea teorica "le abbiamo previste, ma in pratica se prosegue la zona gialla …". Tutti a casa o al massimo in tour per musei laddove sono stati siglati i patti di comunità che, di fatto, stanno garantendo l’opportunità di uscite didattiche sul territorio.
Come accade al liceo Sabin. "Le gite classiche non le abbiamo proprio prese neppure in considerazione – avverte la preside Rossella Fabbri –, troppo rischioso e impegnativo". Non fosse altro perché con i prof contagiati "con chi li mando in gita?". Meglio appunto tour in giro per la città.
Il liceo Righi tiene la deadline del 31 marzo, fine dello stato di emergenza. "Dopo vediamo", chiarisce il preside Fabio Gambetti. Anche se i tempi tecnici sarebbero molto, ma molto stretti: "Organizzare una gita implica un progetto educativo-didattico a monte che poi va approvato. Quindi i bandi di gara e l’assegnazione". Solo allora si parte. Di sicuro, "i ragazzi hanno voglia di stare insieme, di avere un intervallo ‘normale’ invece dello stare in classe così da incontrarsi".
Al liceo Fermi, il preside Fulvio Buonomo sta "ragionando: la voglia e la volontà di consentire ai ragazzi di andare in gita c’è. A patto che tutto avvenga in zone sicure, non troppo lontane e per un periodo non troppo lungo. Speriamo davvero di poterle fare". Anche perché "i ragazzi sono stanchi: lo si vede a occhio nudo. Sono stanchi di questa situazione che li ha messi a dura prova".
f. g. s.