
La protesta dei trattori. Bloccato il casello A14. Code e traffico in tilt: "Ora lo Stato ci tuteli"
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Roma chiama, Castel San Pietro risponde. Anche nel territorio imolese, come nella capitale, gli agricoltori hanno dato vita ieri a una giornata di protesta, culminata con il blocco del casello dell’A14 a Castello. Un blocco iniziato poco dopo le 15 e durato tutto il pomeriggio, che ha causato non pochi disagi agli automobilisti, visto che il traffico è andato in tilt sulla via Emilia, sulla San Carlo e sugli Stradelli Guelfi. La circolazione in autostrada non è mai stata bloccata, ma i trattori hanno impedito l’ingresso ad auto e camion occupando la rampa d’accesso, mentre è sempre rimasta aperta quella d’uscita. Alcuni camionisti hanno solidarizzato con gli agricoltori, suonando i clacson. Tanti, invece, hanno vissuto i disagi in modo molto meno empatico. Esclusi dal blocco ambulanze e mezzi di soccorso.
Solo poco prima delle 19 i trattori hanno riaperto tutto e il casello è tornato raggiungibile. Ma la protesta non è certo finita, perché i trattori rimarranno a Castello per tutta la settimana, quindi oggi si replicherà.
Ma riavvolgiamo il nastro. Il blitz inizia alle sette e mezzo, quando più di trecento imprenditori del settore si radunano vicino all’A14. Alcuni arrivano anche da Veneto e Trentino. "Non manifestiamo solo per l’agricoltura – spiega uno degli organizzatori, Daniele Pasini –, ma in primis per il consumatore. Speriamo di avere ascolto, finché non lo avremo continueremo".
La protesta è legata alla sofferenza del settore agricolo per i prezzi ormai insostenibili. Di qui la richiesta "di tutelare le attività e di conseguenza il consumatore". Già dal mattino, anche se non ci sono blocchi, il traffico sulle strade e sull’A14 è rallentato, perché gli automobilisti rallentano incuriositi dal serpentone dei trattori. Nel frattempo gli agricoltori banchettano con prodotti freschi e vino di produzione locale: un momento di leggerezza nella tensione. Lo spettro del fallimento delle aziende angoscia molti presenti. Nel pomeriggio i trattori si muovo e scatta il blocco del casello.
Dice Mattia, un agricoltore: "Il consumatore ha i suoi diritti, ma anche noi. Noi non abbiamo neppure uno abbiamo stipendio. Quest’anno mi sono andati sott’acqua 23 ettari di terreno. Oltre i problemi dall’Unione europea, il Sillaro nella mia azienda a Sasso Morelli ha portato a un disastro non da poco. Non ci sono stati risarcimenti". Anche Nicole Macchiavelli dice la sua: "Non accettiamo cosa sta accadendo: l’Europa ci vuole imporre un 4% di superficie da lasciare a riposo. Per un’azienda agricola è un danno. Ci accusano di essere poco ecologici, eppure le importazioni dall’estero arrivano – prosegue –. Le persone devono aprire gli occhi, andare meno al supermercato e guardare più al km 0". Conclude Stefano Mordini: "Ci stanno togliendo gli antiparassitari per essere ‘green’, ma senza sostituti. Così perdiamo produzioni e impianti. Ma il paradosso è che nei supermercati non si sceglie, i prodotti sono spesso importati".