Oculista trovato morto, la svolta: la Procura di Bologna indaga per omicidio

Accanto al corpo di Paolo Borri, 63 anni, c’era la pistola Glock detenuta regolarmente dal medico. Tanti i punti oscuri: il pm ha disposto l’autopsia e l’esame ’Stub’ sulle mani alla ricerca di polvere da sparo

Paolo Borri e la targa dell'ambulatorio a San Lazzaro

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Bologna, 4 marzo 2023 – La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario, al momento contro ignoti, sulla morte dell’oculista Paolo Borri. Che questo sia stato fatto, come atto tecnico, per permettere tutti gli accertamenti necessari a confermare o escludere il gesto volontario o perché ci siano elementi concreti che portino nella direzione del delitto al momento non è chiaro. Quel che è certo è che i dubbi attorno a quel decesso sono tanti.

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I FATTI

Erano quasi le 15 di lunedì in via del Seminario, a San Lazzaro, quando Borri è stato trovato cadavere, riverso a terra, prono nell’erba con un colpo di pistola in faccia nell’ampio giardinetto che circonda la proprietà dove lo stesso 66enne risiedeva. A trovarlo una donna, badante della madre del 66enne (morta poco tempo fa), e attualmente domestica dello stesso Borri, che abita al piano terra della villetta a due piani, sotto l’appartamento del medico.

Di fianco all’oculista c’era una pistola Glock, che l’uomo aveva ereditato dal padre e deteneva legalmente insieme ad altre armi. Ad oggi, però, ancora non è chiaro se sia stata questa l’arma che ha esploso il colpo fatale.

I PUNTI OSCURI

Sono tanti i dubbi attorno alla morte di Borri. In primo luogo il fatto che l’uomo addosso avesse il cappotto e uno zainetto sulle spalle. Come se fosse pronto per recarsi in studio, sulla via Emilia, dove andava tutti i giorni alle 14. C’è, poi, un dettaglio da non trascurare che da subito è balzato agli occhi degli inquirenti. La Glock di Borri aveva un solo colpo in canna, quello che potrebbe aver ucciso il 66enne. Nel momento in cui, però, quel tipo di pistola esplode l’ultimo colpo, il cane dell’arma rimane aperto. Quello della pistola di Borri, invece, era regolarmente chiuso. Che si tratti di un malfunzionamento o del segno dell’intervento di terzi è un aspetto tutto da chiarire. In casa dell’uomo non sono stati trovati biglietti d’addio o altri segnali che lasciassero presagire in alcun modo un intento suicida.

LE INDAGINI

Quel che è certo che i carabinieri della Compagnia di San Lazzaro stanno facendo tutte le verifiche del caso. Il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Antonello Gustapane, che da subito aveva disposto il sequestro della salma per indagini più approfondite. Ora sul corpo dell’oculista verranno fatte l’autopsia e lo ’Stub’, il tampone per evidenziare eventuali tracce di polvere da sparo sulle mani e verificare, dunque, se sia stato lui ad esplodere il colpo fatale. Stando ai primi rilievi del medico legale, la morte dell’uomo risalirebbe all’incirca alle 13 di lunedì, poco prima che fosse rinvenuto in giardino.

I DUBBI DEI PARENTI

A parlare della tragedia con stupore era stato Frank Savoretti, cognato di Borri: "Io e mia moglie (sorella del 66enne defunto, ndr) viviamo da tanti anni in Rhode Island, siamo arrivati qui non appena abbiamo saputo – ha raccontato al Carlino –. Siamo sconcertati. Abbiamo sempre avuto contatti quotidiani con lui su ’Facetime’. Paolo era un professionista affermato, amante del suo lavoro e con tanti progetti per la testa. Mai abbiamo notato in lui degli intenti suicidiari".

I parenti di Borri sono sgomenti e si augurano che sia fatta piena luce sulla vicenda: "Paolo accudiva con amore la madre malata da anni – ha aggiunto il cognato –. Da qualche tempo, con l’aggravarsi delle condizioni di mia suocera, si era deciso di prendere una badante e, alla morte della loro madre, Paolo ci aveva detto di voler di tenere la colf per farsi aiutare nelle faccende domestiche. Ci sembra strano, quindi, che una persona che aveva appena deciso di tenere una domestica e che aveva tanti progetti per il futuro, dal nulla abbia deciso di farla finita".

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