FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Omicidio Matteuzzi, gli audio agghiaccianti di Alessandra: “È fuori controllo, ho paura”

Le drammatiche conversazioni della vittima agli atti del processo. Padovani: “Se mi fai del male, la pagherai” e a un amico: “Se dovesse succedere qualcosa, prendi i miei cappotti e usali”

Bologna, 30 settembre 2023 – “Nella vita quando tu fai del male alla gente, non sai mai come la gente può reagire". Lo diceva già settimane prima di ucciderla. Giovanni Padovani, 27 anni, sfogandosi con un amico raccontava che Alessandra Matteuzzi, 56, la donna che ha assassinato il 23 agosto 2022, lo faceva "partire di testa".

Giovanni Padovani a processo per l'omicidio di Alessandra Matteuzzi
Giovanni Padovani a processo per l'omicidio di Alessandra Matteuzzi

Lo rivela uno dei messaggi vocali estrapolati dagli inquirenti durante l’analisi sul suo cellulare. "Ho fatto delle robe che non sono nella mia natura, perché mi ha fatto partire la testa, lei – prosegue Padovani –. La vedo, tutta bella nelle stories (del social Instagram, ndr), tranquilla, serenissima... E sa che tu sei lì che soffri. Questo è un piano studiato dall’inizio, ma va bene così".

Domani, in aula al processo in cui l’ex calciatore è accusato di omicidio pluriaggravato, testimonierà la madre di Padovani, Virginia. A lei il figlio raccontava di presunte persecuzioni da parte di Alessandra – "Si è messa d’accordo con una donna per incastrarmi, forse cerca un pretesto per sparire" –, mentre Ale a sua volta si lamentava di lui: "Mette dei gran ‘like’ (sempre sui social, ndr) a una di Milano Marittima, dieci ‘like’. Io sto facendo mille sacrifici perché tu venga qui con me, e tu? Voglio prometta che non lo faccia più", le dice.

Poi, in un audio su WhatsApp di luglio, dopo che lei e Padovani non convivono più, si lamenta con la donna per la sparizione di un costoso accessorio: "Son stati fatti dei video della sua violenza – le dice –. Capisco sia tuo figlio, ma ha grossi problemi. Il mio cappello deve saltar fuori o lo denuncio. Lui ruba in casa mia? Ma stiamo scherzando, che l’ho trattato come un principe?".

Ancora: "Se mi metti in discussione non hai capito che tuo figlio ha grossi problemi caratteriali, molto grossi. Ci sono mille testimoni di come si è comportato. Se non salta fuori il cappello lo denuncio, come avrei già potuto fare l’altra volta quando si è impossessato delle mie password di Facebook".

Gli audio di Sandra non finisco no qui. A un’amica racconta: "Purtroppo basta con Giovanni, l’ho mandato fuori di casa, dopo l’ennesimo disastro e i comportamenti inqualificabili. Ieri batteva i pugni contro le porte, io non lo voglio più un folle del genere, poi mi picchia, tu pensa com’è essere in casa sola con lui, che è alto uno e 90 ed è grosso così... Non mi importa se va a giocare a calcio in Sicilia, anzi sono contenta, non lo voglio vedere neanche in cartolina".

Anche il 18 giugno, due mesi prima dell’omicidio e uno prima della denuncia per stalking all’ex da parte della vittima, una violenta lite mina la quiete di via dell’Arcoveggio. Quel giorno, Padovani si presenta a casa di Ale per una "sorpresa", ma lei allerta la sorella dicendole di temere che le uccida il cane. Quando Stefania accorre però i due stanno chiacchierando amabilmente, e naturalmente s’infuria. Padovani allora scoppia in lacrime e si profonde in scuse: "Io la amo, voglio passare la mia vita con lei – singhiozza –. So che rischio che Alessandra mi denunci perché sono venuto fin qui, ma io la amo. Ti prego – dice ancora a Stefania – non denunciarmi neanche tu". Dunque, già sospetta una querela per stalking, che però verrà concretizzata solo più di un mese dopo, a fine luglio. La tensione è alle stelle. Tutto è registrato dal cellulare del ventisettenne.

Le cose paiono invece diverse il 22 agosto, il giorno prima dell’atroce delitto. È ancora Padovani a registrare in auto, di nascosto, le conversazioni tra lui e Sandra. Il clima pare disteso, anche se si parla molto di gelosia, di altre persone che uno segue sui social e di cui l’altro si lamenta e viceversa. Il ventisettenne a un tratto chiede alla donna: "Di chi ti importa, a te?". Lei ci pensa un po’ e risponde: "Di te, è questo il problema". E Padovani, allora: "Oh, questo volevo sentirti dire". Quello che sarebbe successo poco più di 24 ore dopo pare lontano.

Ma il seme di un gesto estremo nel cuore del killer è già piantato. Il 20 agosto 2022 dice a sua madre: "So che non sono stato un bravo figlio, ma sappi che ti voglio bene e te ne vorrò sempre, qualsiasi cosa potrà succedere nella vita". Dunque, qualcosa sta per succedere. Scrive infatti a un amico poco dopo: "A casa mia ci sono un sacco di vestiti. Se dovesse succedere qualcosa, qualsiasi cosa, prendili tutti, anche le scarpe. Ci sono tantissimi cappotti, ci fai il signorino, goditeli anche per me e pensami quando li metterai, fratello mio. E per favore stai vicino a mia madre, ne avrà tanto bisogno. Ti voglio tanto bene".

La sera del 23 agosto tutto crolla. Con un altro amico, Padovani sbotta: "È sparita dalle 16.30, mi aveva detto oggi stiamo insieme, ti amo. Invece non è neanche in casa, che schifo". L’amico lo invita a chiamarlo al cellulare, ma Padovani non risponde già più. È troppo tardi.