Pronto soccorso Emilia Romagna: un milione di codici bianchi e verdi all’anno, al via la riorganizzazione

L’assessore Donini incontra i sindacati dei medici: si punta a indirizzare sul territorio i pazienti meno gravi. Nel 2022 sono stati un milione e 600mila gli accessi complessivi nelle strutture di emergenza urgenza: il 63% per patologie di bassa intensità

Presentata ai sindacati dei medici la riorganizzazione dell'emergenza urgenza (Fotoschicchi)

Presentata ai sindacati dei medici la riorganizzazione dell'emergenza urgenza (Fotoschicchi)

Bologna, 30 marzo 2023 – Sono circa un milione le persone che ogni anno si presentano nei Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna e al triage viene loro attribuito il codice bianco o verde: molti, quindi, potrebbero essere assistiti sul territorio. Dare un’alternativa al percorso attualmente seguito è la sfida della Regione.

La nuova organizzazione dell’emergenza-urgenza è stata presentata questa mattina ai sindacati dei medici da Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, Luca Baldino, direttore generale dell’assessorato. Era presente anche Mattia Altini, responsabile dell'Assistenza ospedaliera della Regione.   

Per Alfredo Panissa, coordinatore regionale Uil medici, si tratta di una “riorganizzazione coraggiosa, ma ineluttabile, l’obiettivo è dare un’alternativa a chi si presenta con patologie non gravi. Ci è stato detto che nel 2022 gli accessi in tutti i Pronto soccorso sono stati un milione e 600mila, il 63% per patologie di bassa intensità, quindi con codice bianco e verde, e ben il 76% dei pazienti è arrivato al Pronto soccorso in modo spontaneo. Ma per questi cittadini ora si vuole creare un’alternativa, come le case della comunità, gli Osco, gli ospedali di comunità o altri ambulatori che nasceranno sul territorio. Sorgeranno centri di assistenza all'urgenza, con nuovi numeri telefonici, che indirizzeranno i pazienti nel luogo più appropriato.  Sul territorio si ricorrerà ai medici della continuità assistenziale, attualmente sono presenti in Emilia-Romagna 155 punti di guardia medica con 807 medici. Ci vorrà tempo per completare l’organizzazione, ma se non si facesse nulla si rischierebbe un’implosione del sistema tra le lunghe attese e la carenza di personale”.

E per dare concretezza alla riorganizzazione sono stati creati tre gruppi di lavoro.

Ester Pasetti, segretaria regionale Anaao Assomed, ammette che “bisogna partire, anche se l’incontro è stato interlocutorio. Tuttavia, la riorganizzazione proposta è in gran parte declinata partendo dal decreto ministeriale 77 del 2022, la vera rivoluzione per i cittadini arriverà quando il sistema andrà a regime e così chi non avrà problemi urgenti si rivolgerà al territorio. La criticità per noi è legata alla consistenza delle risorse umane. Chi metteremo sul territorio? Probabilmente parte dei medici della continuità assistenziale, così da valorizzare questa  attività. Insomma, i professionisti vanno trovati. Negli ospedali già da anni oltre ai pensionamenti assistiamo a continue dimissioni o verso strutture private o per il corso di medicina generale, non stiamo perdendo solo specialisti di emergenza urgenza, ma anche chirurghi capaci e formati. Per questo dieci giorni fa avevamo scritto all’assessore Donini, uno dei punti più importanti è sbloccare il turn over, garantito nei Pronto soccorso, ma non negli altri reparti”. Conclude Pasetti che “al momento chi va al Pronto soccorso, anche se è classificato codice a bassa intensità, è in cerca di una risposta che non trova altrove”. 

Vittorio Dalmastri, segretario regionale di Fp Cgil medici e dirigenti, precisa che “c'è veramente molto da lavorare. Pretendiamo rassicurazioni sul percorso formativo di chi andrà a lavorare nelle centrali del 116117 e nei Centri di assistenza urgenza. Allo stesso tempo rimane importante proteggere e aumentare le piante organiche della dirigenza medica e sanitaria del servizio pubblico, agevolando la loro assunzione sin dal percorso di formazione in tutte le aree, con particolare attenzione a quelle di emergenza urgenza”.

Soddisfatto Massimo Dall’Olio, segretario regionale Cisl medici: “E’ un piano che avrà bisogno di integrazioni a cui stanno lavorando i gruppi tecnici. Tuttavia, è un progetto ambizioso, rivoluzionario, che potrebbe portare a miglioramenti importanti dei Pronto soccorso. Bisogna puntare sulle competenze di tutti gli attori coinvolti e sull’informazione alla cittadinanza perché il modello dell’emergenza urgenza cambierà completamente. Aspettiamo la prossima convocazione per vedere lo sviluppo della riorganizzazione”.

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