
Il garante regionale. dei detenuti, Roberto Cavalieri, e Maurizio Fabbri (presidente Assemblea legislativa)
Sovraffollamento, edifici fatiscenti, fragilità sociali, suicidi. Sono comuni i problemi nelle carceri dell’Emilia-Romagna che negli ultimi tre anni hanno visto crescere complessivamente i detenuti di 500 unità, che equivale "quasi a un’altra struttura, virtuale, in regione", sintetizza Roberto Cavalieri, garante regionale dei detenuti. Sul tavolo il caso dei 50 giovani che verranno trasferiti a metà marzo alla Dozza. Tema questo in cima all’agenda del summit di ieri pomeriggio tra il sottosegretario alla Giustizia della Lega Andrea Ostellari, il governatore Michele de Pascale e il sindaco Matteo Lepore. Cavalieri ammette di essere "pessimista", nonostante le rassicurazioni di Ostellari che ha parlato "di misura temporanea", visto che "al massimo entro l’estate i giovani detenuti dovrebbero traslocare negli istituti minorili in ristrutturazione di Rovigo, L’Aquila e Lecce". Il garante regionale dei detenuti resta scettico: "Consideriamo scellerata la scelta di portare giovani alla Dozza. Chiediamo che, almeno, questo ‘trasloco’ non duri più di 90 giorni. Se si superano i tre mesi – è l’avvertimento al ministero della Giustizia – è alto tradimento. Su questo vigileremo, ma ho qualche dubbio. Ho avuto contatti con la garante dei detenuti dell’Abruzzo e mi risulta che i lavori di restyling del nuovo Istituto minorile de L’Aquila ancora non siano iniziati…".
Fonti romane, però, fanno un’altrta ricostruzione, confermando che entro Pasqua, massimo all’ inizio di maggio, il nuovo Ipm de L’Aquila sarà pronto. Si vedrà.
Il garante di Bologna, Antonio Ianniello, intanto, definisce il trasferimento dei giovani alla Dozza una "sciagurata organizzazione che mina l’offerta educativa per questi ragazzi: il rischio è che passino la maggior parte del tempo in cella. E questo è quanto di più deteriore ci si possa aspettare".
I giovani che arriveranno nel carcere degli adulti sono per la maggior parte ex minori stranieri non accompagnati con percorsi estremamente a rischio che provengono da altre parti d’Italia e dal minorile del Pratello che a breve sarà ristrutturato.
"La Dozza è da anni un malato cronico, visto il sovraffollamento: a fronte di una capienza di 500 persone, ora siamo arrivati 850. Quello che dispiace è che il Pratello era ‘sano’, ma si è ‘ammalato’ nel 2022, quando con l’apertura del secondo piano detentivo la situazione è peggiorata. I ragazzi, infatti, dovrebbero essere una quarantina, ma siamo arrivati a punte di 58", sintetizza Ianniello.
All’incontro di ieri in Assemblea legislativa erano presenti anche tutti i garanti locali dei detenuti dall’Emilia alla Romagna, che hanno lanciato l’allarme su diverse criticità: la grande emergenza del sovraffollamento, edifici fatiscenti e in alcuni casi, come a Piacenza, la mancanza di inserimento al lavoro esterno dei detenuti. Da qui, l’appello del presidente dell’Assemblea legislativa Maurizio Fabbri: "Vorremmo che le voci dei nostri garanti venissero ascoltate. Non dobbiamo dimenticare quello che accade nelle nostre carceri".
Rosalba Carbutti