Tram Bologna, via agli espropri: "Io, rovinato dal cantiere"

Maurizio Matrignani gestisce un autolavaggio su un terreno dove passerà la linea rossa. Negata l’ultima proroga. Fd’I: "Non si abbandoni un lavoratore onesto"

Bologna, 26 agosto 2022 – Maurizio Matrignani, 57 anni, è una delle prime ‘vittime’ degli espropri avviati dal Comune di Bologna per dar via ai cantieri del tram. In via Emilia Ponente, a pochi passi dall’ospedale Maggiore, Maurizio gestisce dal 1998 due aree dedicate ai percheggi e un’altra nella quale aveva aperto un autolavaggio. "Il Comune mi ha notificato lo sfratto perché deve fare la linea rossa del tram – racconta Maurizio –, ho aperto questa attività nel 1998 quando qui non c’era niente. Sono partito da zero. La proprietà del terreno era del demanio e ho fatto un contratto d’affitto per tutta l’area. Ho acquisito anche l’area dell’autolavaggio e per vent’anni sono andato avanti così".

Maurizio Matrignani, 57 anni
Maurizio Matrignani, 57 anni

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Oggi sulle spalle di Maurizio pesano, però, due mutui che aveva aperto per avviare l’autolavaggio, "in cui avevo speso 200mila euro e un altro mutuo aperto durante il lockdown per far fronte alle spese d’affitto in un periodo in cui, ovviamente, ero temporaneamente chiuso". Il 15 luglio, tramite il suo avvocato, Maurizio ha scritto al Comune chiedendo una "proroga di almeno 6 mesi per il rilascio dell’immobile al fine di poter ridurre l’esposizione economica con l’istituto di credito". Ma niente da fare. Dopo due giorni la risposta del Comune estingue ogni speranza: "fin dal 2019 si era anticipato l’intenzione di rientrare in possesso del terreno...

L’avvio dei lavori è previsto per l’inizio del 2023. Riteniamo di aver dato sufficiente preavviso e non possiamo che confermare il termine del 30 settembre per il rilascio dell’area". Ma Maurizio non vuole rassegnarsi. O meglio, non può rassegnarsi: "Ho 57 anni e mi trovo a spasso. Il Comune mi toglie il lavoro dopo 24 anni. Ma io ho una famiglia e due figli e non mi viene concessa nemmeno una proroga. Mi figlio gestiva l’autolavaggio ma ora sta cercando già un altro lavoro in vista dell’imminente chiusura".

A schierarsi dalla parte di Maurizio ci sono anche il deputato di Fd’I, Galeazzo Bignami, e il Capogruppo Francesco Sassone. "Come si fa – si chiede Bignami – a mettere sulla strada un lavoratore che per anni ha pagato regolarmente l’affitto al Comune? Lo Stato non può abbandonare una persona che si è affidata alle istituzioni". Poi aggiunge: Tutto questo per un’opera dannosa che verrà realizzata tra anni, quindi perché non permettergli di lavorare almeno fino all’inizio effettivo del cantiere?".

Anche per Sassone è "incredibile che non sia stata concessa la proroga richiesta. Stiamo parlando di un attività onesta che a Bologna lavora da oltre vent’anni e che ha acceso dei mutui per poter resistere e investire sul nostro territorio. Come se non bastasse Maurizio ha pagato l’affitto al Comune anche durante il lockdown. Aveva chiesto degli sconti al Comune, ma gliele hanno negate e per questo motivo aveva chiesto un prestito. Se questo è l’atteggiamento che l’amministrazione ha intenzione di attuare nei confronti dei commercianti allora sono legittime le preoccupazioni di tutti quei lavoratori che saranno danneggiati da questa opera inutile e per niente funzionale né da un punto di vista del traffico né da un punto di vista ambientale".

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