FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Tutti al fiume, in fuga da traffico e pandemia

Dal Savena al Setta, fino al Santerno: boom di bagnanti sulle rive dei corsi d’acqua dell’Appennino, fra buche e calette nascoste.

di Francesco Zuppiroli

Chiare, fresche e dolci acque. In quello spicchio di Appennino bolognese, strizzato fra le cime modenesi e la Romagna, si sprecano i gioielli naturalistici con reminiscenze petrarchesche, che letteralmente ‘a due passi da casa’ catalizzano l’attenzione dei felsinei che non volgano lo sguardo al traffico congestionato dell’A14 e alla Riviera.

In questo agosto soleggiato e caratterizzato da ondate di calore e Coronavirus, fattori sanitari e meteorologici hanno alzato ancora di più l’appeal dei corsi fluviali bolognesi, fornendo un’alternativa di tutto rispetto a chi preferisca tenersi alla larga dalla calca marittima degli ultimi giorni.

Siamo andati alla riscoperta delle oasi naturalistiche che dal Reno a salire sono disseminate lungo i crinali di montagna, attraverso tortuosi sentieri scavati nella boscaglia e anfratti noti solo a chi quelle zone le abita da sempre.

Siamo a Pianoro Vecchio, sulla Fondovalle Savena che costeggia l’omonimo fiume, dove in direzione Loiano iniziamo a notare sulla destra un progressivo susseguirsi di piazzole affollate da auto e persone con l’ombrellone e il lettino retrattile fra le mani.

Ci avventuriamo fra la vegetazione, schiacciati in un sentiero che per un centinaio di metri scende il crinaletto per uno spazio in cui passa al massimo una persona per volta.

È questo l’iter da compiere per scoprire le bellezze del fiume Savena e le sue celebri ‘Buche’, veri e propri loci amoeni bucolici la cui sola vista nel bel mezzo dell’afa estiva è come un tonico per gli occhi.

"Questo è un paradiso – ci racconta Alessandro Natalino, fra un tuffo nel torrente e l’altro –. È vicino a casa e garantisce una giornata di relax assoluto praticamente dietro la porta. È sicuramente meno affollato della spiaggia e ci fa stare tutti più sicuri. Tuttavia, rispetto al passato mi sembra che quest’anno ci siano state più persone, soprattutto nei weekend. Deve essersi sparsa la voce", conclude sorridendo.

Districandoci fra i ciottoli che collegano le anse del fiume fra loro, incontriamo tantissimi bambini, famiglie con i cani, scene vacanziere della miglior specie, pur senza la sabbia e l’acqua salata.

Sebbene non manchino teli da mare, ombrelloni e lettini per le venti o trenta persone che frequentano ogni spot; e persino qualche tenda da campeggio con tanto di generatore di energia e griglia, per coloro che hanno scelto di trascorrere al fiume più di qualche ora.

"Il vantaggio di scegliere il fiume? Innanzitutto il traffico. Bastano trenta minuti per arrivare, senza soffrire le interminabili code e la congestione dell’autostrada – così il bagnante Andrea Ortolani –. L’acqua è fresca e vale molto più la pena se si cerca del vero relax immersi nella natura".

"Io amo anche la Riviera – interviene Michele Zocco –, ma con questa emergenza sanitaria non siamo in pochi ad avere preferito i fiumi dell’Appennino quest’anno, c’è spazio per tutti nonostante le persone stiano aumentando".

E non c’è solo il Savena. Spostandosi nel versante più a ovest dei rilievi, alle Buche di Pianoro fanno da contraltare le anse a Sasso Marconi, sul Setta, con altrettante ‘calette’ adatte a ogni esigenza.

Poi il Reno, nell’abbraccio fluviale che stringe nel mezzo il Parco Storico di Monte Sole e i bagni sul Santerno, spostandosi verso l’imolese, con Castel del Rio e le cascate di Moraduccio a rappresentare le mete più ambite.