
Daria Bonfietti davanti ai resti del Dc9 Itavia abbattuto nei cieli di Ustica il 27 giugno 1980 con 81 persone a bordo
"La ricostruzione della Procura di Roma conferma quello che noi abbiamo sempre detto. Quella sera nei cieli di Ustica ci fu una battaglia aerea durante la quale fu abbattuto il Dc9 su cui viaggiavano 81 persone. Ora noi dobbiamo pretendere la verità dai Paesi alleati, i quali invece sempre l’hanno nascosta. La politica, in particolare il governo, deve attivarsi per ottenere dai Paesi amici le risposte finora mai arrivate". Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, non vuole gettare la spugna dopo che la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta aperta 17 anni fa. I magistrati sono convinti di aver ricostruito l’accaduto (il Dc9 Itavia precipitò per una "quasi collisione" con un Mig libico inseguito da caccia americani o francesi), ma credono che allo stato non sia possibile, visti i silenzi e le bugie dei Paesi alleati, trovare i responsabili.
"A me interessa poco se il Dc9 sia stato abbattuto da un missile o da una ’quasi collisione’ – continua a Bonfietti –, quello che è importante è che sia stato ribadito che quella sera ci fu una battaglia aerea. Non solo. È stato confermato che in quei giorni erano in corso operazioni militari dei singoli Paesi nel mar Tirreno. Perciò lo scenario è ormai chiaro: la causa della strage fu una battaglia aerea, non certo una bomba". Bonfietti e l’associazione ora valuteranno il da farsi: "Vedremo se ci saranno appigli giuridici per opporci alla richiesta di archiviazione, dopo 17 anni non possiamo chiedere la luna alla Procura di Roma. Però, allo stesso tempo, non bisogna smettere di scavare. Pretendiamo invece molto di più dal governo, che finora non si è impegnato. Deve attivarsi per ottenere risposte da Stati Uniti e Francia. Il loro silenzio è un’offesa, una tragedia". Ieri Bonfietti era a Montecitorio per la Giornata dedicata alle vittime del terrorismo: "Nel 45esimo anniversario, non si è parlato di Ustica né della strage di Bologna – conclude –. È stata una passerella fine a se stessa".