Voli di notte a Bologna, l’ora della verità, è la settimana degli incontri decisivi. Cargo, rischio addii e contenziosi

Prima il confronto tra i tecnici di Enac, Enav e Marconi per studiare i dati e valutare le possibili proposte. Poi giovedì summit al Ministero. La concorrenza di Malpensa e Bergamo sulla movimentazione merci.

Bologna, 5 giugno 2023 – Oggi la riunione dei tecnici di Marconi, Enac ed Enav, sotto le Due Torri, per valutare i dati ed elaborare delle possibili proposte. Poi, giovedì, quella politica al ministero dei Trasporti a Roma. Sono queste le date fondamentali della settimana che dovrebbe ridisegnare il profilo dei voli notturni del Marconi, dopo l’annuncio da parte del sindaco Lepore di una stretta imminente, per venire incontro ai residenti del Navile che da anni lamentano decolli, atterraggi e sorvoli nelle ore notturne.

Negli ultimi giorni la questione si è mostrata davanti agli occhi dei vari attori in campo in tutta la sua complessità. Cancellare l’operatività di quattro, cinque o sei voli (sia commerciali, sia cargo) ogni notte significa, sull’arco temporale di un intero anno, azzerarne dai 1.460 ai 2.200. Insomma, tutt’altro che una decisione da poter prendere nell’arco di pochi giorni, viste le implicazioni logistiche, occupazionali (sono circa 400 i posti di lavoro a rischio) ed economiche che comporta.

La maggiore preoccupazione sul fronte voli, come già evidenziato, riguarda il comparto del cargo. Per il Marconi la movimentazione di merci è una parte non trascurabile dell’attività dello scalo – il terzo in Italia dopo Malpensa e Roma con 55.194.607 kg trattati nel 2022 (+10,1% rispetto all’anno precedente) –, in costante crescita da dodici anni abbondanti, anche durante la pandemia, per quanto a livello di ricavi la parte del leone la faccia sempre il traffico aereo ‘classico’.

Dalle piste di via del Triumvirato, però, transitano merci di alta qualità dirette ad alcune tra le industrie più competitive e tecnologiche del Paese, come l’automotive, il biomedicale, la meccanica e via discorrendo (o in partenza da qui al resto del globo). Chiaro che privarsi dall’oggi al domani di centinaia di voli merci comporterebbe un danno economico non di poco conto sia per il Marconi sia per il tessuto produttivo regionale, non solo bolognese.

Inoltre, le società del cargo, forti di contratti firmati da tempo con oneri e onori ben precisi, potrebbero aprire la partita potenzialmente infinita dei contenziosi (oltre a spostare immediatamente su altri scali del Nord, Malpensa e Bergamo in primis, le loro attività).

Considerati tutti questi elementi, è facile capire come la variazione di orario dello scalo bolognese nella fascia notturna potrà verificarsi solo con tempistiche diverse da quelle, praticamente immediate, che sembravano a portata di mano appena pochi giorni fa. Tempo qualche giorno e la situazione, in un senso o nell’altro, dovrebbe essere definitivamente chiarita. E soprattutto le sue tempistiche di applicazione.

a. z.

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