Zuppi, nuova nomina dal Papa: Giudice di Cassazione in Vaticano

L’incarico scatta dal prossimo gennaio e punta a valutare i cardinali e i vescovi nelle cause penali. La Corte ha potere nei confronti di chi ha commesso un reato all’interno dello Stato pontificio.

Zuppi, nuova nomina dal Papa  Giudice di Cassazione in Vaticano

Zuppi, nuova nomina dal Papa Giudice di Cassazione in Vaticano

Bologna, 3 giugno 2023 – Dal primo gennaio il cardinale arcivescovo Matteo Zuppi sarà uno dei giudici della Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano. La nomina è arrivata direttamente da Papa Francesco per un incarico molto delicato, dato la Corte è l’unico organo all’interno della Santa Sede che può giudicare i cardinali e i vescovi nelle cause penali, fatto salvo il primo paragrafo del canone 1405 del Codice di Diritto Canonico. Tale articolo prevede che il Pontefice abbia la facoltà esclusiva di giudicare chi, secondo il promotore di giustizia, abbia commesso un delitto. La stessa attività della Cassazione deve essere sempre autorizzata al Santo Padre, essendo la Città del Vaticano governata da una monarchia assoluta elettiva e che il Papa reggente delega ad alcuni organi il potere esecutivo, legislativo e giudiziario, senza, però, rinunciare alla sua facoltà di agire un maniera autonoma in questi tre campi.

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Per Zuppi, gli incarichi al di fuori dei confini della diocesi iniziano a essere parecchi, da quelli meno visibili, come il far parte del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e dell’Ufficio dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, all’essere presidente della Conferenza episcopale italiana, passando per il ruolo di ambasciatore nella missione di pace che Papa Francesco vorrebbe realizzare perché cessi il conflitto acceso dalla Russia con l’invasione in Ucraina. Come giudice della Corte di Cassazione sarà chiamato a esercitare la giustizia in nome del Pontefice.

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Va sottolineato come tale Corte abbia potere solo nei confronti di chi abbia commesso un reato all’interno delle mura vaticane o nei confronti di una persona che abbia cittadinanza vaticana, oppure se il presunto colpevole è un cittadino vaticano. Nelle altre situazioni, invece, come nel caso di un possibile reato commesso da un sacerdote, a intervenire è la sezione disciplinare della Congregazione per la dottrina della fede, attraverso il Supremo Tribunale Apostolico che non ha facoltà di interagire con la giustizia ordinaria del Paese in cui si è verificato il delitto.

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