Art City, la notte bianca fa sold out: tra gallerie, musei e spazi insoliti da scoprire

Tante le curiosità: in Accademia il ricordo delle donne vittime di violenza. Giovani creativi a Dumbo, suggestioni nella cripta di San Zama e dalle Sordomute Povere

Bologna, 3 febbraio 2024 – L’impressione è che per la notte ’in bianco’ di Bologna, ci fosse ancor più gente dell’anno scorso. Complici anche un clima primaverile e il programma intensissimo con capitoli artistici di grande bellezza e incisività, i serpentoni di persone per la White Night dell’arte, erano ovunque.

L'arte di Anna Caterina Masotti nella Cripta di San Zama (FotoSchicchi)
L'arte di Anna Caterina Masotti nella Cripta di San Zama (FotoSchicchi)

Ognuno si è tracciato un suo cammino, tra programma istituzionale di Art City (che si chiude domani), con i progetti principali nei musei e nei palazzi e intrecciando poi le proposte delle gallerie e degli spazi non classici votati alla creatività che si incontravano facilmente: a qualcuno, ad esempio, sarà capitato di trovarsi in un laboratorio di scarpe con modelli nudi e solo stivali addosso ritratti da artisti per una notte, era lo show room Fiorentini & Baker.

È trionfata anche la performance in questa notte, del resto l’azione artistica con codici teatrali, che affonda le radici negli anni Settanta, è stata parecchio celebrata anche da Arte Fiera, nel suo 50esimo compleanno, perché proprio dal 1976 al 1979 è stata il cuore della kermesse.

E così, come già lo scorso anno con un intervento dedicato alle donne iraniane, l’Accademia di Belle Arti ha deciso di arrivare ai cuori delle persone, sul tema attuale della violenza contro le donne, con Voglio essere l’ultima. Voci contro la violenza, una serie di letture tratte dal libro Ferite a morte di Serena Dandini, con la partecipazione e un contributo inedito di Alessandro Bergonzoni ("un premio Nobel a tutte le donne che dicono no", ha esordito) e in collaborazione con Gianluca Costantini. Letture anche di Sissi e Rita Finzi.

Azione teatrale anche alla Galleria L’Ariete da parte di Yumi Karasumaru , che con la performance ha un rapporto storico: durante le sue mostre non manca mai questo momento e ha presentato Breve storia del Giappone in tre quadri e 93 parole, creata nel primo periodo della sua attività, una tra le più significative dell’artista: 10 minuti e tanta bellezza.

Intanto a Booming, zona Dumbo, la fiera d’arte contemporanea, avamposto delle culture giovani e alternative (finalmente sono tornate e hanno un loro spazio dove crediamo cresceranno moltissimo in termini espressivi) la performance abita lo spazio esterno da giorni con Giulio Boccardi, 26 anni, sospeso tra cielo e terra su un palo, e all’interno del binario centrale, un uomo lumaca si aggira tra gli stand: simboleggia la fatica della vita urbana.

Dall’ultra-contemporaneo alla bellezza della storia filtrata dagli occhi di una fotografa delicata e visionaria come Anna Caterina Masotti che agisce nella Cripta di San Zama con la sua arte: un’impresa sontuosa ma per nulla facile, è stata molto intensa e la gente ha voluto partecipare fino all’ultimo.

Perché è anche questo il bello della notte bianca, poter entrare dentro spazi inusuali, come Pietro in via Galliera, al pian terreno adiacente la corte di Palazzo Tanari, all’interno del quale è conservata una magnifica cappella votiva e dove viene proiettato il film Still Life , uno dei lavori di Tacita Dean girato nello studio di Giorgio Morandi nel 2009 in bianco e nero con linee che si intersecano fitte sui fogli di lavoro dell’artista, che tracciava a matita le esatte posizioni degli oggetti che avrebbe dipinto. Si salgono scale e si scendono, tutto con ostinazione, come quando si cerca di entrare da Orea Malià per la mostra Reflex di Marco Morosini, un fitto annunciato. E tante persone dal look ricercato. Dress code: uomini uomini.

Si respira di più nei musei, come il MAMbo, dove c’è tanto da vedere dai lavori di Ludovica Carbotta , Properzia de’ Rossi a confronto con Lynda Benglis , perché sono due "sculptrici rivoluzionarie". E ci si trova immersi in un’atmosfera intensa al Pio Istituto delle Sordomute Povere dove si guarda e si ascolta l’opera di Meredith Monk , Bloodline Shrine , tra i letti della camerata in cui dormivano le collegiali. La scena madre di questa notte insonne!

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