Cesare Cremonini e il post sulla Garisenda: “È il simbolo della nostra vita. Forza Bologna”

L’artista bolognese sulla Torre della sua ‘città turrita’: “Degli oltre cento grattacieli de Medioevo ce ne rimangono solo ventiquattro: ventiquattro sorelle da proteggere”

Bologna, 17 novembre 2023 – Uno dei simboli della città è a rischio e ogni bolognese, di nascita o di adozione, che si rispetti è preoccupato. La Torre Garisenda, quella un po’ storta e parecchio alta - è la costruzione pendente in muratura più alta al mondo -, di quella affascinante stortura che l’ha resa famosa in tutto il mondo, oggi vacilla. Dal 2019 questa torre è sprofondata di un centimetro e nel Comune felsineo scatta l’allerta gialla per rischio crollo. E così, anche la popstar Cesare Cremonini ha espresso la sua sulla condizione dell'amata Torre Garisenda, e con un commovente post racconta un po’ di storia della "città turrita”.

Cesare Cremonini e la 'Bologna turrita' che ha postato sui social
Cesare Cremonini e la 'Bologna turrita' che ha postato sui social

Cosa vuol dire Bologna ‘la città turrita’?”, scrive la popstar su un post di Instagram. “Vuol dire che nel Medioevo visse di uno splendore unico al mondo. Era uno dei centri culturali più importanti del suo tempo (alla fine del duecento, con i suoi 60.000 abitanti, Bologna era la quinta città europea per popolazione dopo Cordova, Parigi, Venezia e Firenze, al pari con Milano). La sua vista offriva ai visitatori un panorama urbano che non aveva nulla da invidiare alla New York di oggi. Le oltre cento torri che si alzavano oltre le sue mura erano (come lo sono ora nelle grandi metropoli) in qualche modo il simbolo del ‘celodurismo’ del tempo, del potere militare, economico e di prestigio di quelle che ora vengono chiamate società, multinazionali e con altri nomi incomprensibili ma che un tempo erano semplicemente ‘famiglie’. Le famiglie proprietarie: nel medioevo hai voglia a dire che le dimensioni non contavano! E qui veniamo a noi, perché una delle più caratterizzanti di quel periodo era quella detta ‘della Garisenda’, cioè la torre della famiglia dei Garisendi. Già poco dopo la sua costruzione fu abbassata da sessanta a quarantotto metri (pensa per i Garisendi il dispiacere!) ma questo non bastò ad evitare la sua inclinazione causata dal cedimento del terreno. Una pendenza che la rese così famosa da attirare persino i versi di Dante Alighieri nella Divina Commedia. (Cercateli sono bellissimi)”.

Così Cremonini racconta un po’ di storia della sua città. E mentre il Comune decide quale maxi operazione attuare per mettere in sicurezza la Torre Garisenda, l’artista conclude: “Non dobbiamo sconfortarci se la storia (o la smania del potere dentro essa) prima o poi rischia di crollare. Degli oltre cento grattacieli di mattoni del Medioevo oggi ne rimangono solo ventiquattro. Ventiquattro sorelle da proteggere. Stringiamoci quindi con dolcezza e senza polemiche intorno alla nostra Garisenda, perché resti il simbolo della nostra vita così poetica, speciale, un po’ storta e diversa, di questa città tanto amata in tutta Italia. Forza Bologna”.

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