Lucio Dalla il 4 marzo si festeggia alla mostra 'Noi non erano solo canzonette'

Palazzo Belloni riapre con le visite gratuite di chi si presenterà all’ingresso con la copia del Carlino che contiene il coupon d’invito

Lucio Dalla avrebbe compiuto oggi 77 anni

Lucio Dalla avrebbe compiuto oggi 77 anni

Bologna, 4 marzo 2020 - Festa per il compleanno di Lucio Dalla oggi a palazzo Belloni, nell’ambito della mostra ‘Noi. Non erano solo canzonette’. I mancati permessi Siae per un evento dal vivo in spazi che non potevano garantire il droplet non hanno scoraggiato gli organizzatori, anche se non ci sarà Franz Campi che aveva coinvolto intorno a un piano e alla sua chitarra tanti colleghi e amici per un omaggio canoro attraverso l’infinito repertorio del nostro grande concittadino venuto improvvisamente a mancare il 1° marzo del 2012, alla vigilia del suo 69° compleanno. Ma se l’appuntamento live è solo rimandato a tempi meno foschi per l’allerta sanitaria, non viene meno l’intento di squarciare quest’aura cupa che si è addensata sulla città investita dall’allarma coronavirus.

"Con il sostegno di Bper Banca, invitiamo tutti i lettori. Vogliamo dare un segnale di vitalità come mondo della cultura e la mostra è perfetta allo scopo", sintetizza il senso dell’operazione il curatore della mostra Gianpaolo Brusini. Oggi dalle 14 alle 20 tutti coloro che si presenteranno all’ingresso di via de’ Gombruti 13/a con la pagina del Carlino di oggi 4 marzo contenente l’annuncio dell’iniziativa, avranno accesso libero alle sale dell’esposizione che fino al 12 aprile intreccia storia musicale e del costume per ripercorrere i cambiamenti epocali che si sono verificati negli anni tra i Cinquanta e gli Ottanta.

LO SPECIALE / La mostra 'NOI. Non erano solo canzonette'

Il percorso parte dalla partecipazione di Domenico Modugno al Sanremo del 1958 e, attraverso undici sezioni, approda alla magica notte di Madrid che laureò l’Italia campione del Mondo 1982. E i passaggi da un periodo storico all’altro sono sottolineati dalla canzone più emblematica del tempo, perché anche un brano musicale è spia incontrovertibile del momento in cui è stata scritta, immaginata, interpretata. Se l’emancipazione femminile è passata anche attraverso una canzone di rottura come “Pensiero Stupendo” (anno d’uscita 1978, tra gli autori Ivano Fossati, tra le righe il riferimento a un triangolo amoroso), “L’Esercito del Surf” è un inno giovanilista di un quindicennio prima che poi è tornato a riecheggiare sotto le mentite spoglie del recentissimo tormentone estivo “L’esercito del selfie“ di Takagi & Ketra, che con Arisa hanno voluto parodiare, appena tre anni fa, la rivoluzione introdotta da smartphone e social. Franco Migliacci servì nel 1966 a un Gianni Morandi sulla cresta dell’onda un testo come “C’era un ragazzo che come me“ che è rimasto un inno contro l’insensatezza della guerra e una pietra miliare nel repertorio del cantante che così si scrollò di dosso il disimpegno spinto di ‘Andavo a cento all’ora’ o ‘Fatti mandare dalla mamma’.

Il ’68 italiano ebbe anche una sua colonna sonora in ‘Contessa’ di Paolo Pietrangeli, mentre passano pochi anni e nel ’72 Francesco Guccini firma la sua ballata forse più popolare, ‘La locomotiva’, sull’anarchico Pietro Rigosi che il 20 luglio 1893 si scagliò contro una vettura di prima classe e sei carri merci fermi su un binario solo per rivendicare quel desiderio di libertà e di ribellione che appartiene a chiunque viva in un regime di restrizione senza prospettive. Com’era anche il monopolio dell’etere prima dell’avvento delle radio libere, celebrate in “Musica ribelle” da Finardi. E prima che trionfasse il riflusso edonistico degli ’80 da bere.

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