
di Paolo Morelli
Subisce una battuta d’arresto la causa civile intentata dalla curatela fallimentare dell’Associazione Calcio Cesena nei confronti di tutti coloro che ha ritenuto responsabile della bancarotta della società bianconera: amministratori, sindaci, revisori e dirigenti della società calcistica, ma anche del Chievo Verona, visto che gran parte delle plusvalenze fittizie, ritenute determinanti nel causare la bancarotta, si sono sviluppate lungo la direttrice Cesena-Verona.
Il commercialista bolognese Mauro Morelli, che il 9 agosto 2018 fu nominato curatore fallimentare dal giudice Barbara Vacca del Tribunale di Forlì, attraverso l’avvocato Luigi Balestra ha avviato un’azione di responsabilità davanti al giudice Silvia Romagnoli del Tribunale delle Imprese di Bologna, citando in giudizio 25 persone fisiche e giuridiche, oltre a quattro istituti assicurativi, chiedendo in totale circa 88 milioni di euro.
La prossima udienza avrebbe dovuto tenersi martedì 18 ottobre, ma sicuramente sarà rinviata poiché il 24 giugno scorso il Tribunale di Verona ha sancito il fallimento del Chievo Verona su richiesta di oltre quaranta professionisti del calcio (giocatori e tecnici), procuratori e della società belga Standard Liegi per una somma di circa quattro milioni di euro, ai quali se ne aggiungeranno altri poiché l’adunanza per la verifica dello stato passivo è stata fissata dal Tribunale di Verona al 7 dicembre. La diretta conseguenza è stata che due giorni fa, infatti, il curatore del fallimento dell’Ac Cesena ha chiesto al giudice Silvia Romagnoli di interrompere il processo. Ora avrà tre mesi di tempo per riprendere la causa nei nuovi termini.
Nel frattempo, però, due dei pesci più grossi (dal punto di vista della solvibilità) finiti nella rete del curatore del fallimento dell’Ac Cesena hanno raggiunto un accordo e hanno definito la loro posizione. Si tratta di Marino Vernocchi e Annunzio Santerini, imprenditori e appassionati tifosi del Cesena. In sede penale Vernocchi era stato prosciolto poiché, pur facendo parte del consiglio d’amministrazione, non partecipava mai alle riunioni; Santerini, invece, ha raggiunto un accordo di patteggiamento con la Procura della Repubblica per l’applicazione della pena di un anno e quattro mesi di reclusione (con la condizionale) che dovrà essere ratificata dal giudice dell’udienza preliminare Giorgio Di Giorgio nell’appuntamento fissato per venerdì 15 luglio.
Le somme sborsate da Vernocchi e Santerini non sono note: tutti i protagonisti hanno le bocche cucite, ma prima o poi il curatore fallimentare Mauro Morelli dovrà rivelare le cifre poiché andranno defalcate da quelle che chiederà agli altri convenuti, i cui avvocati difensori hanno già chiesto di poter conoscere nei dettagli il contenuto degli accordi.