
Caporali striglia i partiti: "Le liste per le comunali?. Troppe lotte intestine"
Ex capogruppo consiliare del Pci, in tempi più recenti in Articolo 1, Riccardo Caporali, a differenza degi altri compagni di avventura cesenati ha scelto di non entrare nel Pd, restando battitore libero nella sinistra. Insegnante alle superiori poi professore di Filosofia morale all’Università di Bologna, studioso e saggista, è in pensione e si dedica alla ricerca.
Perché non è entrato nel Pd?
"Oggi chi voglia fare militanza politica a sinistra non può che entrare nel Pd, cercando di contribuire al rinnovamento di tale partito. Impresa tutt’altro che semplice, perché del Pd si può dire quel che Machiavelli pensava della chiesa cattolica nella storia d’Italia: abbastanza forte da impedire che altri riuscissero a unificare la penisola, ma non abbastanza da compiere essa stessa l’impresa. Quanto a me non penso più a un impegno politico attivo".
Quali punti del programma di Articolo 1 alleatosi con Lattuca sono stati realizzati?
"Alcuni sono stati portati a termine. Per altri, ci si aspettavano tempi più rapidi per la ristrutturazione del San Biagio; così come per la realizzazione di alcune sperimentazioni di classi da venti alunni nelle scuole materne, nonché del rafforzamento del Centro di Documentazione Educativa a sostegno della formazione degli insegnanti. S’è invece magnificamente realizzato il progetto delle Cucine Popolari: anche se più che per iniziativa del Comune, per l’impegno appassionato di tanti volontari, a partire da Elena Baredi".
Istituti e contenitori culturali, alcuni languono: il Museo archeologico e il cinema San Biagio sono chiusi da anni.
"Gran parte delle scelte strategiche erano già state compiute alla fine della legislatura precedente, dalla gestione del teatro, affidata ancora a Ert, al trasferimento del Centro Cinema negli spazi della Malatestiana: scelte che non avevamo condiviso. Si sono creati nuovi spazi per la cultura, come la Pinacoteca al Palazzo dell’Oir e il quarto lotto della biblioteca per quanto, rispetto alla destinazione, avrei preferito approfittarne per risolvere l’annoso problema del magazzino, che resta all’esterno e in affitto. Sono comunque risultati importanti. Così come importanti mi sembrano le scelte pensate in prospettiva: palazzo Mazzini-Marinelli, ad esempio, per la sistemazione definitiva del Conservatorio e del Corelli, Il Museo archeologico ha un progetto per ripartire".
Il Centro Cinema è morto?
"No, se non altro per lo straordinario patrimonio fotografico che possiede. Ha bisogno di personale, visto che nessuno è stato chiamato a sostituire figure di spessore, oggi in pensione. C’è un progetto dell’assessore che prevede la ristrutturazione del San Biagio per farne la Casa delle arti visive. Si vada in questa direzione, senza indugi".
Quali sono due priorità per la Cesena 2024-2029?
"La casa, prima di tutto. Si sono fatte cose anche significative, ma non basta. Serve una politica per la casa alla portata di chi vive del proprio lavoro. E serve anche un salto culturale, non solo qui a Cesena: si può uscire dai confini nazionali, per studiare altre esperienze europee. E poi i servizi sociali, che vanno portati all’altezza delle nuove esigenze, legate alla povertà, ma anche all’invecchiamento della popolazione. Si fa molto, specie in una regione come la nostra. Ma non è sufficiente".
Come valuta l’operato della giunta di centrosinistra?
"Ha retto molto bene le terribili emergenze del Covid prima e dell’alluvione poi. All’altezza, su questo piano, non è stata l’opposizione, sia per i troppi balbettii sui no vax, sia per la semplificazione irresponsabile che attribuisce un disastro epocale e imprevedibile ai Comuni e alla Regione, così da coprire i ritardi del governo".
Covid e alluvione a parte, che cosa ha realizzato la giunta?
"Tante opere pubbliche, negli ambiti di scuola, sport e risanamento ambientale. Quel che è mancato, secondo me, è una progettualità alta sul futuro della città e un’identità, un’anima politica, capace di dare un senso preciso e coordinato a ogni singola scelta".
Che opinione ha su liste e alleanze in gestazione per le comunali?
"Negativa per tutti, almeno fin qui. Ognuno chiuso nelle sue stanze, per scegliere, fra tante lotte intestine, il candidato sindaco. E anche il Pd, che tale candidato ce l’ha per scontato, a tessere trame più o meno clandestine sulla individuazione dei candidati di lista. Tanti, troppi personalismi, veti e controveti, sotto tutte le latitudini. Pesa la legge elettorale, costruita per delegare a uno solo la guida della città. Ma conta anche la debolezza spaventosa dei partiti".